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Trent'anni fa cercò di rapire Gianfranco Zola e oggi si fa fotografare accanto a lui: la storia di Fabrizio Maiello

Trent'anni fa con alcuni complici voleva rapire Gianfranco Zola. Non ci è riuscito, forse disarmato dalla gentilezza di Magic Box. Ma l'intenzione era quella. Da allora un percorso tra carceri e ospedali, anche di riabilitazione e redenzione.
E ieri ha raggiunto il suo obiettivo: chiedere e ottenere perdono dal campione di Oliena. Di mattina l'incontro in una comunità di Elmas. Poi tutti allo stadio a vedere il Cagliari.
Con il club rossoblù che ha confezionato una maglietta per lui: numero 8, con la scritta Maiello, il suo cognome. Di nome fa Fabrizio. Da ragazzino era un promettente calciatore delle giovanili del Monza. Poi un infortunio al ginocchio lo ha portato via dal campo. E condotto sulla cattiva strada. Il piano per rapire Zola risale al 1994, quando il giocatore che ha conquistato i tifosi di Napoli, Chelsea e Cagliari, giocava nel Parma. L'idea era quella di speronare la sua auto. Ma Zola si fermò all'autogrill a fare benzina. E il piano saltò. Maiello, che aveva la pistola nascosta, si è avvicinato a Magic Box. E sono bastati un "ciao" e un sorriso, per mandare a monte il progetto. Anziché minacciarlo e invitarlo a salire in auto, Maiello gli ha chiesto l'autografo. Ed è finita lì.
Solo qualche anno più tardi si è scoperto che Zola l'aveva scampata per un soffio. Maiello, che all'epoca era latitante, dopo era stato arrestato e 14 anni li ha trascorsi nell'ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia. La passione per il pallone lo ha in qualche modo aiutato a uscire fuori dal tunnel che Maiello aveva fatto a se stesso. Ha scritto un libro "Nel carcere dei matti delinquenti - storia di Fabrizio Maiello". E ora racconta quello che gli accaduto nelle scuole e nelle carceri. Per fare capire che, anche se si sbagli, si può ripartire. Aveva un sogno: incontrare il campione che voleva rapire. E ieri lo ha realizzato.
Un lieto fine sottolineato con un post anche dal presidente del Cagliari Tommaso Giulini: "Un anno fa Gianfranco c'era, per la prima gara di questo nostro nuovo cammino. Ora un incontro atteso trent'anni con Fabrizio Maiello e la sua storia piena di significati. Grazie a chi, come Suor Silvia e il suo attivissimo gruppo, lo ha reso possibile con passione e dedizione".

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