Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Messina fiero del proprio modo di essere: il pari di Benevento accresce l'autostima

Il risultato accentua la convinzione nella proposizione, personalità e versatilità del gruppo. Condizione fisica e attitudine al “Modica pensiero” stanno facendo la differenza nel 2024

Un’altra bella iniezione di fiducia. Solo un punto ma quello ottenuto a Benevento vale tantissimo sul piano morale lungo il cammino dell’auto-consapevolezza. La prestazione ha detto tanto, forse più di come alla fine è arrivato l’1-1, con quella bordata shock firmata Giulio Frisenna. La terza perla di un cammino straordinario del centrocampista, sul quale sono parecchie le attenzioni, così come per Peppe Salvo. Sono loro i principali “gioielli” del Messina, calciatori di proprietà, under che fanno gola e potrebbero essere “sfruttati” per racimolare un bel gruzzoletto da reinvestire sul prossimo mercato e allestire una squadra ancora più competitiva, partendo dalla base tecnica e di idee che già c’è. Se ne parlerà più avanti, anche perché, in prospettiva, il primo passaggio che andrebbe fatto riguarda il prolungamento del contratto eventuale del tecnico Giacomo Modica e del ds Domenico Roma.
“Caratterizzazione” del collettivo. Oggi la concentrazione è rivolta alla volata finale di campionato: manca solo qualche punticino per blindare una salvezza che pare ormai vicinissima per poi dedicarsi totalmente al raggiungimento del sogno playoff, che la proprietà aveva tracciato diversi mesi fa, quando onestamente nessuno ci avrebbe creduto. E invece oggi il Messina è lì, a un punto dal decimo posto occupato dal Sorrento, sopra squadre che hanno speso di più, a giocarsela con autentiche corazzate proprio come il Benevento. Grazie alla “caratterizzazione” del collettivo, esploso nel 2024 sia a livello di condizione fisica ma anche di attitudine rispetto a schemi e tendenze del “Modica pensiero”. Approccio che anche al “Vigorito” ha fatto la differenza, permettendo di mettere in difficoltà la vice-capolista del torneo, tenendo aperta la gara poi agguantata nel finale.
Malleabilità tattica. L’assenza di Emmausso (che non ci sarà neppure a Latina) ha suggerito allo staff tecnico di tornare all’antico, a un 4-3-3 che ha visto nella cerniera di centrocampo Giunta, Firenze e Civilleri, trio inedito che si è mosso comunque bene, mentre davanti le conferme sono arrivate dall’ormai certezza Zunno, probabilmente il migliore in campo (anche) in Campania. Modica è stato poi anche bravo a “rileggere” la sfida, arretrando sulla linea difensiva Franco nel finale e passando al 4-2-4 che ha dato mobilità alla squadra, creando gli spazi per la magia spettacolare di Frisenna, che ha avuto ancora una volta la personalità di calciare dalla distanza in un momento delicatissimo del match. Nemmeno la difesa (priva del suo leader Manetta) ha sofferto più di tanto, contro un attacco che comunque è super sulla carta. «Ampio turn over? Li alleno in settimana e so che chi chiamo in causa, risponde presente»: ha detto Modica, elogiando la disponibilità dei suoi.
Fastidi e questione arbitrale. Con il senno di poi, danno “fastidio” le due sconfitte interne con Cerignola e Crotone. Se non altro perché, anche in quelle occasioni, il Messina aveva dimostrato, giocando una partita convinta e di carattere, di meritare qualcosa in più. Ma forse questo è anche il prezzo da pagare per una squadra fiera del proprio modo di essere e proporre calcio. Poi c’è la consueta “questione arbitrale” che sta diventando davvero antipatica. Nello specifico, quella legata ai rigori che i peloritani faticano clamorosamente a vedersi riconosciuti anche quando evidenti. Anche l’ultima partita non ha fatto eccezione, con il tocco di Terranova in area e almeno un altro paio di episodi dubbi. Niente “fiere delle recriminazione” ma Modica così come la società chiedono solo che venga riconosciuto con equità quanto accade in campo, cosa che oggettivamente non è fin qui accaduta.

Caricamento commenti

Commenta la notizia