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Messina, le esequie di Alberto De Domenico in Cattedrale: "Il silenzio sembra l'unica voce adatta a un dolore così grande"

È sgomento anche padre Tonino Schifilliti, che lo ha visto nascere e crescere insieme alla sua sorellina Aurora

Silenzio, tanto silenzio che sa di sgomento, incredulità, dolore sordo, rotto solo dalle "parole" di una dolcissima e struggente lettera scritta alla sua sorellina Aurora. In Cattedrale stamattina l'ultimo saluto ad Alberto De Domenico, il ragazzo morto nei giorni scorsi a Vulcano dopo essersi tuffato in piscina. C'erano i familiari, gli amici e anche quanti, pur non conoscendo personalmente la famiglia De Domenico, Alessandro, Marilena, Aurora e Alberto, si sono fatti carico di un dolore che è di tutti. È sgomento anche padre Tonino Schifilliti, parroco di San Gabriele che li ha visti nascere e crescere, entrambi battezzati il giorno dell'Immacolata. "Il silenzio potrebbe bastare, il silenzio e le lacrime, il fiume di lacrime sgorgate dagli occhi di chi ha conosciuto e amato Alberto e anche di chi, senza averlo mai incontrato, ne ha sentito parlare e letto in questi giorni.

Il silenzio sembra l'unica voce adatta a un dolore così grande, a un mistero così fitto, a una morte che ci lascia attoniti" ha detto il sacerdote nell'omelia, ricordando che "al di fuori della fede non avrebbe senso chiedersi perchè, ma per chi". E la risposta la si trova "nella breve esistenza terrena di questo giovane, una scuola di vita per tutti". Non era passato un solo giorno da quel 23 agosto di cinque anni fa senza che Alberto pensasse ad Aurora e quelle fatali coincidenze per le quali a morire, in quel tragico incidente a Ganzirri in cui entrambi erano stati coinvolti, era stata lei. Da allora Alberto cercava di fuggire da Messina perchè scrive nella lettera, era impossibile sopportare il dolore e l'assenza, ma soprattutto il senso di colpa diluito nel tempo dalla rassegnazione e da quel “sì” detto a chi gli chiedeva se fosse figlio unico. Da quel giorno forse inconsciamente Alberto aveva sempre desiderato di rivedere gli occhi sorridenti di Aurora. E oggi, per quanto il vuoto di chi resta sia incolmabile, i due ragazzi sono di nuovo insieme al cospetto di Dio, a ridere tra una sigaretta accesa e la musica dell'i Pod, immancabile compagna di tanti viaggi condivisi.

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