Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Messina, gli appalti “concordati” al Cas: condannate solo le società

Arriva a sentenza la prima tranche dell’operazione “Tekno” della Dia sull’attività del Consorzio autostrade siciliane

Era addirittura il novembre 2014 quando scattò la prima tranche dell’operazione “Tekno” della distrettuale antimafia di Messina e della Dia sull’attività del Cas, che aveva al centro una serie di appalti e alcune presunte turbative d’asta con le “buste concordate” all’ombra del Consorzio delle autostrade siciliane. E solo nel pomeriggio di ieri, quindi dieci anni dopo, è arrivata la sentenza di primo grado. Scontato che a parte un’assoluzione di peso nel merito decisa dai giudici, molto del resto è finito per essere azzerato dalla prescrizione dei reati. Alla fine le uniche condanne, pecuniarie, sono arrivate per le imprese che parteciparono agli appalti, secondo l’accusa con una sorta di accordo trasversale per spartirsi la torta.

La sentenza è stata decisa dalla prima sezione penale del tribunale presieduta dalla giudice Maria Eugenia Grimaldi. Ed erano coinvolti in quello che rimaneva in piedi del processo rispetto ai 17 indagati iniziali solo in cinque: il “mediatore” Francesco Duca, l’imprenditore Giuseppe Iacolino della Eurotel srl, l’allora dirigente del Cas Letterio Frisone, il funzionario del Cas Filadelfio Scorza e il dipendente del Cas Agostino Bernava (le qualifiche si riferiscono ovviamente all’epoca dei fatti). Tre erano poi le società coinvolte in questa tranche: Building srl, Eurotel srl e Meridional Service srl.

I reati contestati dalla Procura in questa vicenda, le cosiddette “buste concordate”, andavano inizialmente dalla turbata libertà degli incanti alla corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, dalla induzione indebita a dare o promettere utilità alla istigazione alla corruzione.

Il verdetto, complesso. Frisone, Duca, Scorza e Iacolino sono stato assolti con la formula “perché il fatto non sussiste” da un’ipotesi di induzione indebita a dare o promettere utilità, quella del capo “C” relativa alla gara per il servizio di sorveglianza e interventi urgenti sulla A18 dell’agosto 2013 e alle pressioni per le assunzioni di personale che avrebbero imposto alla Eurotel srl; Frisone per un altro caso di induzione indebita a dare o promettere utilità, quella del capo “B” relativo alla gara dell’ottobre 2013 - la sorveglianza e gli interventi urgenti sulla A18 e sulla A20 -, ha usufruito della prescrizione (secondo l’accusa fece pagare alle ditte i lavori privati di ristrutturazione nella sua casa di Acqualadroni, nel Messinese, e si sarebbe fatto consegnare nel tempo circa 100mila euro); anche per Agostino Bernava i giudici hanno decretato la prescrizione derubricando il reato originario in un caso di corruzione per l’esercizio della funzione, l’ipotesi era legata all’accettazione di dazioni di denaro e lavori di ristrutturazione nella sua abitazione privata di Messina, tra il novembre del 2013 e il maggio del 2014.

I giudici hanno poi dichiarato colpevoli due delle tre ditte coinvolte, la Building srl (limitatamente al caso di induzione indebita a dare o promettere utilità legato del capo “B”), e la Merdional Service srl, condannandole al pagamento della sanzione pecuniaria di 90mila euro ciascuna, corrispondente a 300 quote da 300 euro ciascuna; alle due ditte i giudici hanno comminato anche la sanzione accessoria dell’interdizione dall’esercizio dell’attività e di contrattare con la Pubblica amministrazione per un anno. La Building srl ha registrato poi un’assoluzione parziale da un capo d’imputazione. Infine l’ente Equattroe srl (già Eurotel srl), è stato assolto con la formula “perché il fatto non sussiste”.

Digital Edition
Dalla Gazzetta del Sud in edicola

Scopri di più nell’edizione digitale

Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.

Leggi l’edizione digitale
Edizione Digitale

Oggi in edicola

Prima pagina

Ancora nessun commento

Commenta la notizia