Figc-Lega, niente accordo. Si va verso l’assemblea per la modifica dello statuto: slitta il voto del 4 novembre
Quella tra Figc e Lega Serie A è una partita destinata a giocarsi ancora, ma con nuove regole. L'incontro andato in scena nella sede della Federcalcio tra il presidente federale Gabriele Gravina e le componenti del mondo del calcio, alla quale non ha preso parte il ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi che, dopo aver avuto diverse interlocuzioni con le parti in causa ha preferito alla fine non partecipare lasciando le parti a ragionare in autonomia, non ha prodotto la fumata bianca. Nessun accordo, dopo le circa due ore di confronto, è stato trovato, alla luce dell’emendamento Mulé, sulla nuova rimodulazione dei pesi della Serie A, sia in fase di percentuali elettorali sia in consiglio federale. Si andrà dunque a un’assemblea per riscrivere lo Statuto e ridisegnare gli assetti, con la conseguenza probabile, se non quasi certa, del rinvio del voto previsto per il 4 novembre. «Verificate le posizioni di tutti senza nemmeno parlare di richieste e di numeri specifici, sottoporrò al Consiglio federale, già fissato per lunedì 29 luglio, la possibilità di convocare un’assemblea per la modifica dello statuto per favorire, nelle prossime settimane, un’approfondita e auspico fruttuosa riflessione sulle modifiche da attuare», le parole di Gravina. La strada del confronto assembleare, quindi, è ormai segnata e porta alla modifica dello statuto federale, unica soluzione per accontentare le richieste della Lega Serie A. Preso atto della situazione, Gravina ha quindi proposto di portare in assemblea la proposta di discutere le modifiche con il consiglio del prossimo 29 luglio che sarà decisivo in questo senso. Mentre da qualche parte si ipotizza il rischio commissariamento a fronte di eventuali nuovi fallimenti nell’accordo anche in quella sede assembleare, l’assemblea elettiva già fissata per il 4 novembre sarà quasi certamente tramutata in straordinaria proprio per la modifica dello statuto. In questo modo, però, è scontato che l’elezione del nuovo presidente Figc, inizialmente fissata proprio per quella data, slitterà al 2025. Da norme federali, infatti, devono passare almeno 60 giorni per convocare una nuova assemblea elettiva con il termine che andrà fissato quindi da gennaio in poi. Sul tavolo, come noto, ci sono le richieste della Serie A, che vuole una maggiore autonomia delle leghe dal punto di vista organizzativo, un ordinamento dei campionati e in generale delle componenti. Ma soprattutto uno statuto speciale rispetto a quelle che sono le decisioni che riguardano la massima lega calcistica italiana e l’aumento della quota del professionismo al 50% con un peso della Serie A preponderante, richiesta che per essere soddisfatta ha bisogno appunto di una modifica statutaria. Nella riunione odierna, però, come sottolineato anche da Giancarlo Abete, presidente della Lnd, ai dilettanti non è stata richiesta una riduzione delle proprie quote elettorali. Mentre la Lega Pro, per bocca del numero uno, Matteo Marani, si è detta favorevole alla creazione di un «percorso che metta insieme tutti. Noi come Serie C abbiamo dato ampia disponibilità, siamo sempre stati una lega molto innovativa e siamo aperti a ogni posizione. Il punto centrale è quello di dare ancora più forza alle peculiarità che ogni lega del sistema calcio ha». La partita, quindi, è ancora tutta da giocare con la prossima mossa, quella che verrà fatta il prossimo 29 luglio in consiglio, che sarà decisiva in un senso o nell’altro.