
Juventus - Manchester City 2-0
Marcatori: 8° st Vlahovic 30° st McKennie
JUVENTUS (4-2-3-1): Di Gregorio 7; Savona 6, Gatti 6.5, Kalulu 6.5, Danilo 6.5; Locatelli 6.5, Thuram 6 (24' st McKennie 7); Conceicao 6.5 (24' st Weah 7), Koopmeiners 6, Yildiz 6.5 (39' st Mbangula sv); Vlahovic 7 (40' st Douglas Luiz sv). In panchina: Perin, Pinsoglio, Adzic, Fagioli, Rouhi. Allenatore: Thiago Motta 7.
MANCHESTER CITY (4-2-3-1): Ederson 5.5; Walker 6, Dias 6, Gvardiol 5.5, Lewis 6; Gundogan 6, De Bruyne 6; Bernardo Silva 5.5, Doku 5 (33' st Savinho sv), Grealish 5 (42' st Matheus Nunes sv); Haaland 5. In panchina: Ortega, Hudson, Kovacic, Foden, Wright, Simpson-Pusey, O'Reilley, McAtee, Wilson-Esbrand. Allenatore: Guardiola 5.
ARBITRO: Turpin (Francia) 6
NOTE: serata fredda, terreno in perfette condizioni. Ammoniti: Grealish, Bernardo Silva. Angoli: 6-2 per il Manchester City. Recupero: 1'; 2'.
E’ la notte più bella di Thiago Motta alla Juve: la sua squadra batte 2-0 il Manchester City e si rilancia in classifica, riportandosi a due punti dalle magnifiche otto. Per Guardiola continua una crisi che sembra non voler finire, è la settima sconfitta nelle ultime dieci gare ufficiali. L’ultimo provino è andato male, Cambiaso alza bandiera bianca e non recupera dai fastidi alla caviglia: Thiago Motta lancia Savona e Danilo nel pacchetto arretrato completato da Kalulu e Gatti davanti a Di Gregorio. Per il resto non ci sono sorprese, con Yilidz che si riprende un posto da titolare sulla trequarti insieme a Conceicao e Koopmeiners alle spalle di Vlahovic e in mediana la coppia Locatelli-Thuram. Guardiola è rimasto quasi senza difensori, a sinistra conferma la fiducia nel classe 2004 Lewis nella difesa con i big Walker, Dias e Gvardiol. Kovacic e Foden non sono al meglio e partono dalla panchina, a sostegno di Haaland ci sono Doku e Grealish e le chiavi del centrocampo sono consegnate a Gundogan con De Bruyne e Bernardo Silva come mezzali. E’ il Manchester City a prendere subito il dominio del gioco e del pallone, con il tiki-taka in pieno stile Guardiola che però non preoccupa particolarmente i bianconeri, sempre chiusi e compatti. La percentuale del possesso palla arriva a sfondare quota 70% per gli inglesi, eppure la prima occasione è della Juve: intorno al 20', Yildiz aggancia e rientra sul destro, andando a sfiorare il palo alla sinistra di Ederson. Il lampo del turco accende lo Stadium e scuote la Juve, anche se i ritmi della sfida continuano a non alzarsi. Nel finale, è il City a creare l’occasione più importante di tutto il primo tempo: De Bruyne inventa, Haaland scappa alle spalle di Kalulu e prova uno scavetto, trovando una grande uscita di Di Gregorio. Sul capovolgimento di fronte, la Juve arriva fin dalle parti di Ederson, con il destro di Danilo che però è troppo centrale. I due allenatori scelgono di non fare cambi durante l’intervallo, al primo affondo arriva il vantaggio bianconero: è un’azione insistita, che parte da una girata di Gatti respinta, passa per un intervento incerto di Gvardiol e si conclude con un colpo di testa di Vlahovic sul quale Ederson è impacciato.
Lo Stadium esplode, per il serbo è il quarto gol in cinque gare stagionali di Champions. La reazione del City è timida, i tentativi di Doku, Lewis e Bernardo Silva vengono respinti dal muro eretto davanti a Di Gregorio. Sul destro a giro di Gundogan, invece, c'è bisogno di un volo del portiere sotto l’incrocio per salvare l’1-0. Thiago Motta butta dentro Weah e McKennie, la scelta è ripagata dopo sei minuti: Danilo fa partire il contropiede, i due americani si trovano a meraviglia ed è il classe 1998 a raddoppiare. Guardiola non ha jolly da giocarsi dalla panchina e nel finale subentrano soltanto Savinho e Nunes, dalle parti di Di Gregorio non arrivano più pericoli. Dopo due minuti di recupero può esplodere la gioia bianconera: la Juve si riscatta e ritrova una vittoria attesa da un mese, la classifica di Champions torna a farsi interessante. Il Manchester City, invece, deve guardarsi alle spalle, e nella prossima a Parigi sarà una sorta di spareggio con un’altra big in difficoltà come il Psg.
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