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Niente Oscar per Laura Pausini: "Alla mia bimba racconterò il sogno di una notte incredibile"

Laura Pausini

«Aver fatto parte di un progetto così speciale come “The Life Ahead” con Edoardo Ponti e Sophia Loren è stato per me uno dei regali più grandi che la vita potesse farmi.
Aver cantato IO SI sul palco dell'Academy è un sogno che mai avrei potuto mai sperare si avverasse ancora di più in un'edizione così storica. Grazie @theacademy!
Ringrazio Diane Warren, per la nostra canzone e per tutti i traguardi raggiunti, primo fra tutti il Golden Globe, è stata un’esperienza incredibile lavorare insieme!
Grazie a Bonnie Greenberg e Niccolò Agliardi! Grazie Palomar, grazie Netflix, mi sono sempre sentita a casa con voi.
Torno in Italia felice di aver vissuto un’esperienza irripetibile nata per un messaggio importante che condivido completamente e per la grande passione che dopo ventotto anni ho ancora per la musica che non è solo il mio lavoro, ma è la mia vita.
Torno in Italia felice di riabbracciare la mia bimba che mi aspetta e con la quale festeggeremo di ritrovarci dopo la prima settimana di lontananza della nostra vita. Ma le racconterò il sogno di una notte….incredibile!».

 

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Così,  Laura Pausini affida ad un post pubblicato sul suo profilo Instagram le sensazioni di una notte di metà primavera, dopo una "sconfitta" al profumo di vittoria.

«Nel mio vestito — aveva confessato Pausini prima del red carpet — c’è una tasca segreta nella quale ho il bigliettino di ringraziamento ma dentro c’è anche una bacchetta magica con i glitter che ho sempre portato con me da quando ho vinto il Grammy nel 2006». Statuetta dorata o meno, quello di Laura Pausini è già un grande trionfo: «Se perdo mi sentirò ugualmente vincitrice perché, diciamocelo, ma chi l’avrebbe detto che sarei arrivata fino a qui!»

Gli occhi dell'Italia e del mondo erano puntati su di lei, in corsa con "Io sì" come miglior canzone originale (per La vita davanti a sè di Edoardo Ponti), su Massimo Cantini Parrini, nominato per i costumi di Pinocchio, e Mark Coulier, Dalia Colli e Francesco Pegoretti, in corsa per il trucco e acconciatura sempre di Pinocchio di Matteo Garrone.

"Sono pronta. Non so qual è il mio destino. Ma se vuoi. Se mi vuoi, sono qui. Divertiamoci e continuiamo a sognare insieme": così, in inglese, Laura Pausini in un tweet nell'imminenza dell'inizio della cerimonia degli Oscar. "Qua si trema, siamo tutti molto felici - ha esordito la Pausini -. E' un'emozione grandissima, un'emozione nuova. Non voglio abituarmi a ricevere dei premi. A questi non avevo neanche mai pensato. In questi 28 anni di carriera non mi sono mai scritta niente, ma questa volta mi sono preparata il discorso". Lo aveva detto alla vigilia della premiazione, quando ancora tutto era possibile, perfino che una canzone in italiano (sarebbe stata la prima nella storia dell'Academy) trionfasse sul palco a stelle e strisce.

Delusione Pausini, ma è stato un anno trionfale

Dalle Hawaii a Houston, passando dal Sud America, ma stavolta niente sosta alla Union Station di Los Angeles per gli Academy Awards. Laura Pausini, tra le grandi favorite, non ce l’ha fatta: la sua canzone, «Io sì/Seen» non ha vinto l’Oscar. Il premio è andato a H.E.R., già vincitrice del Grammy, con «Fight for you», scritta per il film «Judas and the Black Messiah». Delusione per gli oltre tre milioni di followers dell’artista, che poche ore prima del verdetto, aveva scritto su Instagram: «Se è un sogno, non svegliatemi». Ma al di là della delusione, l’ultimo anno artistico ha riservato all’artista romagnola una pioggia di affermazioni in tutto il mondo, e che la nomination all’Oscar per la miglior canzone, la prima in italiano, ha rappresentato uno dei punti più alti, sigillo di vent'anni a grande livello, segnati da 93 vittorie e 187 nomination. Un anno la cui colonna sonora è stata «Io sì/Seen», scritta per il film «La vita davanti a sè» di Edoardo Ponti, con Sophia Loren. Una canzone che ha avuto un ruolo chiave nella storia di Pausini, che si era fermata a lungo a causa del lockdown.

Era stata la stessa Loren a convincerla a mettere la sua voce nel film. «Tu non devi cantare una canzone - le aveva detto - devi essere la mia voce nell’ultima frase del film». Intuizione vincente di una icona del cinema. A dicembre il brano era stato premiato al Capri Hollywood International Film Festival, per poi trionfare, due mesi dopo, ai Golden Globe come «miglior canzone originale». Pausini ha vinto l’Hollywood Music e il Satellite Awards. La canzone è stata scritta da Dianne Warren, che sognava finalmente di vincere il suo primo Oscar, e che poi Pausini ha tradotto in italiano insieme al cantautore milanese Niccolò Agliardi.

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