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Tulipani di Seta Nera: impegno sociale e cinema nei lavori degli artisti del Sud - I VINCITORI

Storie ambientate a Catania, nel Messinese, a Palermo e in Calabria

"Io la sedia me la porto da casa". Ornella Lorenzano
"Io la sedia me la porto da casa". Ornella Lorenzano

Il talento e l’impegno per le battaglie sociali importanti di tanti artisti del Sud ha trionfato alla quindicesima edizione di “Tulipani di Seta Nera”, Festival internazionale della Cinematografia Sociale, promosso da Università Cerca Lavoro con Rai Cinema e Rai per il Sociale e ideato dalla biologa Paola Tassone, di Caulonia Marina (Reggio Calabria). L’evento si è concluso domenica a Roma, con l’affermazione di diversi filmmaker siciliani e calabresi.

Vincitori del Premio Sorriso Rai Cinema Channel al miglior corto, in ex aequo, “Pappo e Bucco” di Antonio Losito, sguardo toccante sull’eutanasia, con Massimo Dapporto e Augusto Zucchi (premiato anche per la sceneggiatura), e “Anna” di Vincenzo Palazzo, sulla tematica dell’Alzheimer. Sul podio anche due storie ambientate a Messina e provincia negli anni ’60: “Provvidenza” di Angelo Faraci (secondo in classifica con 267.231 visualizzazioni su www.tulipanidisetanera.rai.it), girato a Montalbano Elicona, e “Tempo di vita” di Giovanni Giuffrè (al terzo posto con 40.496), realizzato a Ganzirri col patrocinio del Comune e incentrato sul tema della perdita.

“Provvidenza” è il nome della protagonista del corto di Faraci (Maria Antonina Macaluso), ma anche quello della Madonnina del paese che ha ispirato il regista a raccontare la storia emblematica di una giovane vessata da un padre violento (interpretato dallo stesso Faraci, vincitore lo scorso anno con “Regenerate”). «Ho appreso questa storia da un amico pescatore, custode di antiche tradizioni popolari – ha raccontato – e grazie al consenso del sindaco Filippo Taranto, ho realizzato il progetto, che ho prodotto assieme a Stefano La Rosa e al Comune di Montalbano. Nel film operatori da tutta la Sicilia, circostanza che ha incentivato le visualizzazioni». Consensi lusinghieri in vari festival, per la bellezza dei paesaggi, la sentita interpretazione della protagonista e le tematiche, dal femminicidio alla parità di genere.

Alterna passato e presente invece il corto di Giuffrè (classe 1996), di cui è protagonista Grazia (Caterina Oteri da anziana, Alice Carbonaro da ragazza), anziana signora che ripensa al suo grande amore Giovanni (il regista), partito e mai più tornato. «Ho voluto dare un messaggio sulla bellezza e la purezza dei sentimenti – ha detto – per esaltare la capacità dell’attesa, l’amore vissuto anche in situazioni di estrema difficoltà. Mi sono ispirato a storie tipiche degli anni 60, ai racconti di mia nonna, che si chiama appunto Grazia».

La Città dello Stretto ben rappresentata al festival anche col premio “Miglior Attrice Young” a Giulia Roberto per “My Dolly” di Fabio Schifino, corto sulla violenza alle donne. Messinese anche la regista Anne Riitta Ciccone, che nel pomeriggio di domenica ha moderato la masterclass “La direzione attori: il rapporto tra regista e attore”, assieme alle attrici Caterina D’Amico e Francesca Valtorta.

Trionfa anche Catania con i riconoscimenti al Miglior Sorriso Nascente per “Ed è subito sera” di Lorenzo Maugeri, sull’incomunicabilità fra padre e figlio, e al Miglior Corto d’Animazione, tributato a “Il viaggio” di Fabio Teriaca e Juan Pablo Etcheverry, sull’abuso di droghe nelle scuole, musicato da Sergio Cammariere. Premio al Miglior Attore ad un catanese illustre, Leo Gullotta, per “Vecchio” di Dino Lopardo (anche Premio Sorriso di VariEtà), sulla solitudine dell’età matura, in ex aequo con Danilo Arena, protagonista de “Il vestito” di Maurizio Ravallese, su omosessualità e stereotipi.

Riconoscimenti anche a due artisti vittoriesi: Andrea Traina,Premio Sorriso Anmil Nazionale per “E poi arriva Menny”, sulla sindrome di Ménière, e Carmelo Comiso, Menzione speciale “Migliore visione trasversale” per la webserie sulla disabilità “Le supposte di Carmelo”, diretta con Elisa Capo. Palermo vince nella sezione “Documentari” con il Premio Sorriso di VariEtà a “Dadalove” di Chiara Agnello, sul tema dell’arte inclusiva, e la Migliore Fotografia ad “Acquasanta” (Gianfranco Piazza e Tito Puglielli), prodotto da CSC Sede Sicilia, sull’argomento lavoro.

Per la Calabria ha trionfato Crotone col Premio Monica Scattini per la Migliore Attrice a Ornella Lorenzano, volto della scrittrice di Umbriatico Stefania Maiorano, scomparsa nel 2014, nel corto sulla disabilità “Io la sedia me la porto da casa”, diretto dalla figlia dell’artista Aurora Deiana e sostenuto dalla Calabria Film Commission nel suo periodo più fecondo, durante la presidenza di Pino Citrigno. La Lorenzano ha vinto ex aequo con Antonella Ponziani, protagonista di “My Dolly”.
“Tulipani di Seta Nera” si concluderà con il Gran Galà del Sociale condotto da Lorena Bianchetti, in onda il 27 giugno su Rai2. Testimonial del festival gli attori Anna Safroncik e Neri Marcorè.

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