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Marco Giallini al Taormina Film: "Rocco Schiavone su Rai1? Scelta sbagliata"

«Rocco Schiavone su Rai1? Non la trovo una scelta giusta è sempre stata una serie trasgressiva e non so quanto possa piacere al pubblico di quella rete. E poi Rai1 non la vedo mai, le cose che fanno non mi fanno impazzire». Così a Taormina Marco Giallini, protagonista di questa serie di culto tratta dalle opere letterarie di Antonio Manzini. L'attore, al Festival di Taormina dove ha presentato "La mia ombra è tua", film di Eugenio Cappuccio dall’omonimo romanzo di Edoardo Nesi (La nave di Teseo) in sala con 01 e che racconta anche del confronto-scontro generazionale, ha poi aggiunto: «È la serie più seguita di sempre dai giovani diplomati e laureati, ma ho fiducia che alla fine, come è già accaduto, i ragazzi mi continueranno a seguire in piattaforma». E dall’attore romano, noto per la sua naturale schiettezza, anche una presa di posizione forte sullo scontro-incontro nel film di Cappuccio che c'è tra il suo personaggio di Vittorio Vezzosi, sulfureo e fascinoso scrittore da un solo romanzo, ed Emiliano (Giuseppe Maggio), classe 1997, un ragazzo che «ha sempre vissuto in un bozzo».

"La nostra generazione non è il male assoluto - dice rivolto a Giuseppe Maggio che aveva fatto notare come giovani come lui non trovano oggi lavoro -. Io ho fatto del mio meglio per lasciare qualcosa di buono. Non ho fatto niente di male e non ho lasciato solo merda. Sono di una generazione di mezzo se no avrei fatto anche io la lotta politica. La nuova generazione dovrebbe combattere come hanno fatto prima di loro invece di seguire gli influencer. Dico ai miei figli, che sono bravissimi ragazzi, di non seguire troppo queste cose. Noi eravamo divisi generazionalmente tra Merola e Led Zeppelin, ora non c'è più scontro generazionale, giovani e vecchi sono tutti sui social, e dicono tutti la stessa cosa: 'Ecco ci sono anche io e ho fatto questo e quest’altrò. Tutto questo mi fa davvero schifo». Tornando al film, Emiliano è un giovane studioso con una mission, quella di capire se davvero Vezzosi stia scrivendo finalmente il nuovo romanzo mentre quest’ultimo è alle prese con la stagione dei bilanci e non ci pensa proprio. Non solo, lo scrittore maledetto, tra cocaina e altre trasgressioni, ha voglia di rivedere quello che considera il suo unico amore, Milena (Isabella Ferrari), una donna che non sente da oltre trenta anni. Da qui un viaggio attraverso l’Italia fino a Milano di questa improbabile coppia composta da un venticinquenne-vecchio, appena laureato con il massimo dei voti in Lettere Antiche, e uno scrittore sessantenne-giovane, un eremita che vive ancora della fama del suo unico libro: I lupi dentro. "Quando mi hanno contattato per questo ruolo - dice Isabella Ferrari - ho capito che il mio personaggio non era affatto fragile. Anzi, Milena è una donna con una grande autostima, un simbolo dell’amore e anche una donna di quegli anni Ottanta in cui sono diventata famosa e di cui sono un ottimo vintage». "Il romanzo di Nesi, da cui il film è tratto, mi ha molto aiutato nel passaggio all’opera cinematografica - dice Cappuccio -. Con gli attori ho tentato di costruire il ritratto di due fragilissimi maschi d’oggi, separati da oltre trent'anni di sostanziale incomunicabilità colpevole, due tipi 'interrottì che, chilometro dopo chilometro, divengono 'maestri specularì del reciproco salto nel vuoto di una nuova Età personale. Alla ricerca, sostanzialmente, di amore ed equilibrio». Infine, un esuberante Giallini, parla de L’odore della notte, diretto dal grande Caligaris. «È un film che ha cambiato la mia vita, un grande film. A lui hanno dedicato una piazza ad Ostia a me. Chissà - dice ridendo - la dedicheranno a Tor Lupara». Il film prodotto da Fandango con Rai Cinema ha nel cast anche: Sidy Diop, Claudio Bigagli, Leopoldo Mastelloni, Miriam Previati e Alessandre Acciai.

Aldo Baglio e "Una boccata d'aria"

«Voglio raccontare altre cose per questo sono qui», così oggi Aldo Baglio parla del suo ruolo, affatto comico, in Una boccata d'aria, commedia agrodolce di Alessio Laura passata oggi al Taormina Film Fest. Prodotto da Matteo Rovere con Groenlandia insieme a Rai Cinema, il film dal 7 luglio in sala con 01, è 'leggero leggerò e racconta delle nostre radici e della possibilità di cambiamento anche quando non si è più giovani. Protagonista Salvo, appunto Aldo Baglio credibile in un ruolo tra commedia e dramma, accompagnato dalla brava Lucia Ocone, nel ruolo di sua moglie, e Lillo (Giovanni Calcagno) in quello del fratello minore. Nel film di scena Salvo e Lillo due fratelli orgogliosamente siciliani che si ritrovano dopo molti anni alla morte del padre a dover spartire la sua eredità. Salvo venuto a sapere della scomparsa del padre, con cui non aveva rapporti da anni vivendo a Milano insieme a moglie e figli adolescenti (Ludovica Martino e Davide Calgaro), si mette subito in viaggio verso la Sicilia. Qui trova lo scorbutico fratello Lillo a cui chiede di vendere il casale di famiglia ereditato per salvare la sua pizzeria milanese sull'orlo del fallimento. Ma il compito si rivelerà tutt'altro che facile anche perché nell’infanzia tra i due fratelli c'è stato un patto venuto meno.

"È vero - dice l’attore siciliano - il nostro trio di Aldo, Giovanni e Giacomo è attualmente impegnato in tre assoli dalla natura tragica (Giovanni è infatti il protagonista de LE VOCI SOLE, film dai toni drammatici che passa sempre a Taormina, mentre Giacomo è a teatro con FUNERAL HOME pièce da lui scritta con Daniela Cristofori, sul tabù della morte). Comunque - aggiunge - io pur nel cambiamento cerco sempre di raccontare il me stesso che conosco. Una persona a volte vigliacca che ha bisogno di sicurezza ed è piena di fragilità». Il personaggio di Salvo «non è poi troppo distante da come sono io. Faccio solo qualche esempio: sono capace di nascondere le cose, ho due figli, proprio come lui, e anche una moglie santa». L'attore siciliano si lascia poi andare ai suoi ricordi: «Ho cominciato a lavorare molto presto. I miei genitori volevano facessi il tornitore apprendista . Poi feci un corso semestrale alla Sip dove alla fine ho lavorato due anni. Ma tutti i giorni mi dicevo che non volevo fare questa vita e alla fine mi sono licenziato. Per fortuna mi trovavo a Milano e c'erano Giovanni e Giacomo e soprattutto c'era un locale come Zelig». Il trio di Aldo, Giovanni e Giacomo non muore certo qui. Arriverà a Natale IL PIÙ BEL GIORNO DELLA MIA VITA con la reunion del gruppo. «Racconta la storia di due soci alle prese con il matrimonio dei figli e durante la cerimonia arrivo io e faccio danni incredibili, un pò come Peter Seller in Hollywood Party». Infine, riguardo ai sogni: «Mi piacerebbe fare un film sulla vita straordinaria di mio padre. Uno che ha lavorato alle Poste, poi alla Motta e ha fatto anche il tassista abusivo». Un sogno da ragazzo? «Solo quello di comprare un furgone con Giovanni e girare l’Europa facendo spettacoli di piazza. Se penso a questo mi è andata bene».

 

 

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