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Venezia, Hit Man di Linklater (fuori concorso): noir, commedia, thriller e storia vera

Viene, come capita spesso, direttamente dalla realtà questa storia straordinaria e vera raccontata con genio e sregolatezza in Hit Man da Richard Linklater (School of Rock), film fuori concorso a Venezia e che in Italia sarà distribuito dalla Bim. Protagonista di questa commedia noir, Gary Johnson (Glen Powell), un professore di psicologia che cita Nietzsche e Freud quando fa lezione agli studenti e che arrotonda il suo stipendio collaborando con la polizia di New Orleans in qualità di investigatore sotto copertura. Più esattamente Gary si finge un sicario per far arrestare quelle persone, e saranno moltissime, che lo assoldano credendolo un efficace killer professionista. Ma quando nella sua vita professionale entra in scena un donna disperata quanto bella, Madison (Adria Ajrona), che cerca di scappare da un fidanzato violento si innamorerà di lei non senza conseguenze.

Il film, come già detto, racconta una storia vera, è infatti basato su un articolo del 2001 del giornalista Skip Hollandsworth sul Texas Monthly.«“Hit Man - spiega il regista, noto per aver diretto la trilogia Prima dell’alba, Before Sunset - Prima del tramonto e Before Midnight - è liberamente ispirato a un articolo che ho letto quasi vent’anni fa sulla rivista Texas Monthly, riguardante un fatto di cronaca nera veramente accaduto. Il film si propone di mescolare diversi generi - commedia, noir, thriller, dramma psicologico - ma soprattutto indagare sul concetto di identità, e su quanto la nostra personalità possa, o meno, cambiare».

Riguardo al vero Gary Johnson, morto tra l’altro prima della fine del film, dice Linklater: «Gli ho parlato diverse volte al telefono. Gary era un personaggio strano, una persona che viveva e lasciava vivere. Era poi un vero buddhista e un veterano del Vietnam che non sembrava troppo interessato al progetto di un film sulla sua vita e così, alla fine, non si è mai visto sul set. Da dove viene la vena comica di Hit Man? «Non nasconde nessun segreto, il fatto è che vedo le cose sempre dal punto di vista della commedia, il potenziale comico delle cose. Nei miei lavori c’è un lato serio, ma poi si ride anche».

Tra le motivazioni che hanno spinto Linklater a fare questo film, spiega «c’è il fatto che nella cultura pop, ce ne sono davvero pochi di sicari che vengano arrestati. È più facile che vai in galera se vendi l’erba, eppure tutti adorano questo tipo di personaggio, il sicario è oggetto di culto eppure è solo un criminale che uccide per denaro. Ci piace la sua violenza, forse ci identifichiamo».

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