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'Oppenheimer' e 'Poor things' trionfano ai Golden Globes, delusione per 'Io Capitano' di Garrone. TUTTI I PREMI

'Barbie' il blockbuster del 2023, Nolan miglior regista, 'Anatomia di una caduta' miglior film non in inglese. Hollywood dimentica gli scioperi, a Beverly Hills è parata di star

Delusione per 'Io, Capitano' di Matteo Garrone, grande notte per 'Oppenheimer' e 'Succession'. La notte dei Golden Globes, i premi americani che aprono la stagione dei riconoscimenti cinematografici e puntano i riflettori sulle migliori produzioni per il grande schermo e la tv, lascia con l’amaro in bocca e conferma le previsioni.

Il film di Christopher Nolan ha conquistato cinque premi, incluso quello per il miglior film e la miglior colonna sonora, oltre alla migliore regia, il miglior attore, con Cillian Murphy, e il miglior attore non protagonista, Robert Downey Jr. 'Succession', saga della famiglia Roy, ha conquistato quattro Golden Globe: miglior serie drammatica televisiva; miglior attrice, Sarah Snook; miglior attore, Kieran Culkin, e miglior attore non protagonista, Matthew Macfadyen.

'Barbie', il film che trasforma la nostalgia per la popolare bambola in un’acuta satira sulla misoginia e l’emancipazione femminile, si è consolata con il premio per la nuova categoria inclusa quest’anno, quella del film campione d’incassi (dedicata ai film che hanno superato i 100 milioni di dollari al botteghino in Usa, 150 milioni nel mondo). Il film - che ha incassato una cifra stratosferica, circa 1,4 miliardi di dollari in tutto il mondo- è stato premiato anche per la migliore canzone, «What was I made for?», interpretata da Billie Eilish e Finneas.

Ma sorprendentemente ha perso il premio come miglior commedia a favore di «Poor Things», che aveva già conquistato il Leone d’Oro a Venezia: una fiaba di formazione, surreale e sexy, che è valso alla protagonista, Emma Stone, anche il premio come migliore attrice per la sua interpretazione di Bella Baxter. «Bella si innamora della vita stessa, piuttosto che di una persona. Accetta il bene e il male in egual misura, e questo mi ha fatto davvero guardare la vita in modo diverso», ha raccontato l’attrice ricevendo il premio.

La cerimonia è stata anche testimone di un pezzo di storia dei Golden Globes: Lily Gladstone è diventata la prima donna indigena a vincere il premio come migliore attrice drammatica per il suo ruolo nell’epico dramma poliziesco di Martin Scorsese, 'Killers of the Flower Moon'. L’attrice ha ricevuto una standing ovation e ha pronunciato parte del suo discorso di accettazione del premio nella lingua dei Piedi Neri.

In una serata in cui i premi sono stati assegnati seguendo un filone inclusivo, incluso 'Beef', serie con protagonisti due attori di origine asiatica, il film di Garrone non è riuscito a conquistare il Golden Globe internazionale, nonostante la sua storia dedicata all’eroismo dell’immigrazione. E’ stato battutto nella categoria film in lingua non inglese da «Anatomia di una caduta», il bellissimo film della regista francese Justine Triet, che aveva già conquistato la Palma d’oro al Festival di Cannes. Triet ha vinto il Golden Globe anche come miglior sceneggiatura originale, un doppio premio che mette il raffinato giallo psicologico francese tra i favoriti per la notte degli Oscar, in programma il 10 marzo: per tradizione, infatti, i Golden Globes rappresentano il prologo che può indirizzare la vittoria finale ai premi più ambiti della storia del cinema.

Dallo show andato in scena a Beverly Hills escono indeboliti 'Maestro' di Bradley Cooper, e 'Killers of the flower moon', di Martin Scorsese, a cui non può bastare la vittoria di Gladstone per metabolizzare un’attesa andata, di nuovo, delusa.

Hollywood dimentica gli scioperi, a Beverly Hills è parata di star

Dopo l’annus horribilis in cui l’industria del cinema è stata paralizzata dagli scioperi, le star si sono presentate in forze sul primo 'red carpet' della stagione, i Golden Globes, che hanno celebrato la loro 81esima edizione. Nell’anno di 'Barbie' e 'Oppenhaimer', i due film 'blockbuster' che insieme hanno incassato 2,5 miliardi di dollari, è stata una parata di star: Leonardo DiCaprio e Timothèe Chalamet, ma anche grandi nomi del mondo della musica come Bruce Springsteen e Dua Lipa, Jennifer Lopez insieme a Ben Affleck; e anche Taylor Swift, fasciata in uno straordinario abito sirena verde smeraldo firmato Gucci (in corsa nella categoria nuova di zecca dedicata ai film di maggior successo per il film concerto 'Taylor Swift: The Eras Tour')

La star di 'Chiamami col tuo nome' e 'Wonka' era con Kylie Jenner, a cui è legato sentimentalmente dal 2023: e i due, più volte inquadrati dalle telecamere, si sono impegnati in pubbliche dimostrazioni di affetto, evidentemente innamorati seduti nella sala da ballo del Beverly Hilton Hotel. Per l’occasione, Chalamet ha optato per un completo nero con una giacca di paillettes nere abbaglianti, che ha indossato sopra una camicia nera button-down leggermente aperta. Kylie Jenner, che non aveva accompagnato il partner sul tappeto rosso, ha invece scelto un abito di pizzo nero trasparente.

Perfetta per la serata (anche se i premi non l’hanno ricompensata) Margot Robbie, che da quando è stato lanciato il suo 'Barbie' ha mostrato tutti i possibili outfit rosa della bambola più famosa di sempre; eppure per la serata è riuscita a stupire ancora con un abito Armani Privè ispirato alla Barbie Superstar del 1977, tubino rosa acceso con scollo all’americana e boa di tulle a pois. Ma è stata una parata di star.

Inarrivabile Hunter Schafer, visione eterea in Prada rosa. Spettacolare come sempre Dame Hellen Mirren in abito bicolore con cappa oversize, rosa e glicine, firmato Dolce e Gabbana. Iconico Lenny Kravitz in total black e occhiali da sole, Alexander McQueen Autunno 2023 con ritagli laterali sulle (inesistenti) maniglie dell’amore. 'Effortless chic' in un Balmain vintage con fiocco sbilenco Elle Fanning. Si conferma vincente l’accoppiata Dior/Natalie Portman: l’attrice ha scelto un abito Haute Couture che ricordava le ninfee di Monet. Sobria, raffinata e bellissima Jennifer Lawrence in Dior Couture. Radiosa in Louis Vuitton Emma Stone, premiata come migliore attrice per 'Poor Things', la commedia di Yorgos Lanthimos, Leone d’Oro al festival di Venezia, sul risveglio sessuale di una giovane donna di età vittoriana.

 

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