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Vermiglio è il film italiano candidato agli Oscar. La regista Delpero punta alla statuetta da outsider che ha lavorato sodo

Italian filmmaker Maura Delpero arrives for the premiere of 'Vermiglio' during the 81st Venice Film Festival in Venice, Italy, 02 September 2024. The movie is presented in official competition 'Venezia 81' at the festival running from 28 August to 07 September 2024. ANSA/ETTORE FERRARI

Tiene fermo un insegnamento della montagna diventato postura di vita: «Per evitare lo choc da abisso sulle vette non guardare in su, né in giù, ma solo il chiodo che hai davanti». Maura Delpero, 48 anni, nata a Bolzano, esperienze tra Argentina e Europa, con il suo secondo film Vermiglio, Leone d’argento Gran premio della giuria alla Mostra del cinema di Venezia, si ritrova catapultata nel mondo di Hollywood, designata a rappresentare l’Italia nella selezione per l’Oscar internazionale. Allo stupore preferisce una pragmatica serenità: «Sono semplicemente contenta per il film, sentivo che aveva possibilità, dai feedback che mi sono arrivati ho sentito sostegno e anche che la storia di questa sposa di montagna in un certo senso poteva legarsi all’identità italiana, un lontano/vicino sulla contemporaneità, senza nessuna nostalgia ma un guardare indietro per andare avanti e forse per questo è stato scelto oggi Vermiglio».

Dice Delpero che come donna, come persona estranea agli ambienti del cinema, questo riconoscimento di oggi è frutto di un «lavoro sodo, a testa bassa, convinta di fare un cinema con un mio linguaggio. In questi anni ho fatto una grande fatica, ho avuto limitazioni tremende, ho vissuto il pregiudizio e quindi sono consapevole di essere una outsider, ma è come se avessi un baricentro e forse è la mia forza, questo è un lavoro tremendo si va dalle stelle alle stalle e viceversa, ma io sono sorretta dalla passione».

Paolo Sorrentino, che con Parthenope era dato per favorito, qualche ora dopo la designazione di Vermiglio ha rilasciato una generosa irrituale dichiarazione: «Sono molto contento che l'Italia abbia scelto Vermiglio e lo dico con assoluta sincerità. Vermiglio è un ottimo film e io auguro a Maura Delpero un lungo e bel cammino in questa avventura memorabile che è la corsa all’Oscar». Delpero ringrazia e ci tiene anche a dire: «È un pò brutta questa parte del lavoro, l’idea di sgomitare, di battere non mi appartiene. Sorrentino non si discute, tornerà agli Oscar e oggi è andata così, ci guardiamo l'ombelico poi fuori ci sono film meravigliosi, quelli mi preoccupano». Intanto Vermiglio si gioca le sue carte, «è il film italiano più richiesto ai festival - dicono felici i giovani soci di Cinedora - da Londra a New York».

Paolo Del Brocco di Rai Cinema già domani con la regista e i produttori sarà in riunione per una strategia verso Hollywood, fatta di proiezioni, incontri, pressing. Delpero mette scherzosamente le mani avanti: «Non mi trasformerò in una regista glamour che fa lobbing». La road map in smoking e aperitivi non sarà facile ma si dovrà pur fare: i distributori americani di Sideshow e Janus Films decideranno uscita in sala e la strategia. L’ansia che la regista non ha avuto forse salirà lungo il percorso: prima meta il 17 dicembre per l’ingresso in shortlist, e poi chissà il 17 gennaio le nomination fino alla notte degli Oscar il 2 marzo 2025. Intanto in Italia, con Lucky Red, il piccolo discreto Vermiglio, delicato «come una palla di neve», conquista pubblico, incanta a sorpresa i giovani, e guadagna 100 sale.

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