Tiene fermo un insegnamento della montagna diventato postura di vita: «Per evitare lo choc da abisso sulle vette non guardare in su, né in giù, ma solo il chiodo che hai davanti». Maura Delpero, 48 anni, nata a Bolzano, esperienze tra Argentina e Europa, con il suo secondo film Vermiglio, Leone d’argento Gran premio della giuria alla Mostra del cinema di Venezia, si ritrova catapultata nel mondo di Hollywood, designata a rappresentare l’Italia nella selezione per l’Oscar internazionale. Allo stupore preferisce una pragmatica serenità: «Sono semplicemente contenta per il film, sentivo che aveva possibilità, dai feedback che mi sono arrivati ho sentito sostegno e anche che la storia di questa sposa di montagna in un certo senso poteva legarsi all’identità italiana, un lontano/vicino sulla contemporaneità, senza nessuna nostalgia ma un guardare indietro per andare avanti e forse per questo è stato scelto oggi Vermiglio».
Dice Delpero che come donna, come persona estranea agli ambienti del cinema, questo riconoscimento di oggi è frutto di un «lavoro sodo, a testa bassa, convinta di fare un cinema con un mio linguaggio. In questi anni ho fatto una grande fatica, ho avuto limitazioni tremende, ho vissuto il pregiudizio e quindi sono consapevole di essere una outsider, ma è come se avessi un baricentro e forse è la mia forza, questo è un lavoro tremendo si va dalle stelle alle stalle e viceversa, ma io sono sorretta dalla passione».
Paolo Sorrentino, che con Parthenope era dato per favorito, qualche ora dopo la designazione di Vermiglio ha rilasciato una generosa irrituale dichiarazione: «Sono molto contento che l'Italia abbia scelto Vermiglio e lo dico con assoluta sincerità. Vermiglio è un ottimo film e io auguro a Maura Delpero un lungo e bel cammino in questa avventura memorabile che è la corsa all’Oscar». Delpero ringrazia e ci tiene anche a dire: «È un pò brutta questa parte del lavoro, l’idea di sgomitare, di battere non mi appartiene. Sorrentino non si discute, tornerà agli Oscar e oggi è andata così, ci guardiamo l'ombelico poi fuori ci sono film meravigliosi, quelli mi preoccupano». Intanto Vermiglio si gioca le sue carte, «è il film italiano più richiesto ai festival - dicono felici i giovani soci di Cinedora - da Londra a New York».
Paolo Del Brocco di Rai Cinema già domani con la regista e i produttori sarà in riunione per una strategia verso Hollywood, fatta di proiezioni, incontri, pressing. Delpero mette scherzosamente le mani avanti: «Non mi trasformerò in una regista glamour che fa lobbing». La road map in smoking e aperitivi non sarà facile ma si dovrà pur fare: i distributori americani di Sideshow e Janus Films decideranno uscita in sala e la strategia. L’ansia che la regista non ha avuto forse salirà lungo il percorso: prima meta il 17 dicembre per l’ingresso in shortlist, e poi chissà il 17 gennaio le nomination fino alla notte degli Oscar il 2 marzo 2025. Intanto in Italia, con Lucky Red, il piccolo discreto Vermiglio, delicato «come una palla di neve», conquista pubblico, incanta a sorpresa i giovani, e guadagna 100 sale.
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