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La Magna Carta
compie 800 anni
tra le polemiche

La grande festa si è trasformata in scontro politico. Le celebrazioni britanniche per gli 800 anni della Magna Carta, il primo documento che nel 1215 sancì i diritti fondamentali dei cittadini, dovevano ricordare la solennità di quello storico 15 giugno anche grazie alla presenza della regina Elisabetta II. E invece una parte del discorso fatto dal premier conservatore David Cameron ha scatenato le forti reazioni dell'opposizione laburista e anche di alcuni attivisti. La sovrana, col principe William, insieme a una delegazione di deputati guidata da Cameron e l'arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, si erano riuniti a Runnymede, lungo il Tamigi e non lontano da Windsor, dove re Giovanni Senzaterra, sotto la pressione dei suoi baroni, fu costretto a riconoscere per la prima volta che nessuno è al di sopra della legge (compreso il monarca) e che ognuno ha diritto ad un processo equo. Gran parte dei principi affermati sono diventati poi la base di altri celebri documenti successivi, compresa la Dichiarazione d'Indipendenza degli Stati Uniti. Forse però lo spirito polemico con cui si arrivò alla firma del documento - i nobili arrivarono a minacciare con le spade il sovrano - aleggiava ancora oggi in quel luogo. L'intervento di Cameron infatti, iniziato con un'esaltazione della Carta che ha cambiato il mondo e costituito un punto di riferimento per il diritto, si è poi concentrato sulla diatriba riguardante la legge sui diritti umani. Il governo conservatore vorrebbe prima o poi revocare lo Human Rights Act, che sotto i laburisti aveva di fatto recepito le regole europee sul rispetto dei diritti umani, per sostituirlo con un British Bill of Rights più restrittivo, con maggiori poteri per i tribunali britannici e la possibilità quindi di limitare drasticamente l'influenza (l'ingerenza secondo alcuni) della Corte per i diritti dell'uomo di Strasburgo. Con una vena fortemente polemica, Cameron ha detto: "In Gran Bretagna, ironicamente, il buon nome dei diritti umani è stato in certi casi distorto e sminuito". E ancora: "Sta quindi a noi, in questa generazione, restaurare la buona reputazione di questi diritti e il loro sostegno fondamentale al nostro sistema legale". Parole che non sono piaciute a molti. A partire da Yvette Cooper, candidata alla leadership del Labour - che proprio oggi ha visto la chiusura delle iscrizioni in vista delle elezioni interne - secondo cui Cameron ha cercato di "dirottare" la cerimonia al fine di portare avanti i suoi piani per abolire lo Human Rights Act. Altre dure critiche sono arrivate da Shami Chakrabarti, direttore dell'associazione per i diritti civili Liberty. "Il primo ministro ci ha dato una lezione in sfacciataggine utilizzando il giorno della Magna Carta per denigrare il nostro Human Rights Act. Ma non prenderemo lezioni sui diritti e le libertà da un leader che vuole indebolirli a discapito di tutti in Gran Bretagna e nel resto del mondo".

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