L'ingegner Bruno Santoro ha rassegnato spontaneamente le proprie dimissioni dalla Commissione ispettiva del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che opera per individuare le cause del crollo del Ponte Morandi. Santoro era tra gli indagati dell'inchiesta dei pm di Genova.
A renderlo noto un comunicato del ministero nel quale lo si ringrazia per la sensibilità e la professionalità dimostrate e si precisa che appena dal 23 marzo scorso Santoro è dirigente della Divisione 1 (Vigilanza tecnica e operativa della rete autostradale in concessione) della Direzione generale per la vigilanza sulle concessionarie autostradali.
Il Mit aggiunge poi che Santoro presso la Divisione 1 (Vigilanza tecnica e operativa della rete autostradale in concessione) "non ebbe competenza alcuna sul progetto di manutenzione straordinaria presentato da Autostrade per il Ponte Morandi".
Il dicastero di Porta Pia sottolinea quindi come rispetto "alle cosiddette 'consulenze' per Aspi, si fa notare che i collaudi delle opere in concessione vengono regolarmente effettuati dalle strutture del concedente a spese del concessionario. E si conferma che gli incarichi dell'ingegner Santoro sono stati debitamente autorizzati anni fa dall'amministrazione, all'epoca in cui Santoro era in servizio presso il Consiglio superiore dei lavori pubblici".
Saranno due gli incidenti probatori nell'ambito dell'inchiesta sul crollo del ponte Morandi, avvenuto lo scorso 14 agosto causando la morte di 43 persone. Il primo è quello chiesto dalla procura per garantire la rimozione delle macerie e la catalogazione dei reperti. Il secondo, che verrà chiesto in una fase successiva, servirà per capire le cause del crollo.
Il secondo incidente probatorio potrebbe arrivare in autunno inoltrato, visto che per il primo si potrebbe procedere a fine settembre. Non si esclude, a questo punto, che il numero degli indagati sia destinato a salire dopo l'analisi di tutta la documentazione cartacea in mano agli investigatori.
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