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Sea Eye a Malta, attacco a Salvini: "Umilia i naufraghi". La replica: in Italia non si passa

È diretta verso Malta, dove chiederà un porto sicuro, la Alan Kurdi, nave della ong tedesca Sea Eye cui l'Italia non ha concesso di approdare a Lampedusa. Lo fa sapere la stessa ong ribadendo che i bambini e le loro madri ieri non hanno accettato di sbarcare per non essere separati dai padri e attaccando il ministro Salvini che "non ha umiliato solo i naufraghi, ma sfrutta tutto e tutti per ottenere il massimo vantaggio possibile da questa situazione".

Immediata la risposta del ministro dell'Interno su Facebook: "Dietrofront, nave Ong diretta a Malta. Molto bene, in Italia non si passa. #portichiusi".

«Abbiamo appena depositato un esposto alla procura di Agrigento, redatto col supporto del team di Mediterranea, contro il governo italiano» per verificare le gravissime violazioni di leggi nazionali e convenzioni internazionali nel caso del blocco navale operato contro la Alan Kurdi al largo di Lampedusa, «perché quelli erano ordini illegali». Lo riferisce Alessandra Sciurba, assistente legale della ong Mediterranea. L’esposto è firmato, tra gli altri, da Filippo Miraglia, Cecilia Strada, Francesca Chiavacci e Sandro Mezzadra.

Ieri il Viminale aveva concesso la possibilità di sbarcare ai due bimbi - di 11 mesi e di 6 anni - con le loro madri ed una donna incinta. Non ai padri. A bordo della Alan Kurdi ci sono 64 migranti soccorsi a bordo giunta ad una decina di miglia da Lampedusa. Ma dalla ong Sea Eye non ci stanno: «non separiamo le famiglie. Sarebbe una tortura emotiva». Ed il muro contro muro è continuato, con il ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha commentato: «Non ci resta che augurare buon viaggio verso Berlino».

La Germania, intanto, si è offerta di contribuire all’accoglienza dei naufraghi e la Commissione europea ha preso contatto con gli Stati membri per verificare la disponibilità a farsi carico dei 64. Non si è sbloccata, dunque, la situazione, nonostante i contatti diplomatici continui tra Italia e Germania. Il Viminale è rimasto fermo sulla sua posizione messa nero su bianco con una nuova direttiva ad hoc: l’ingresso nelle acque italiane della Alan Kurdi è vietato perchè sarebbe un atto «non inoffensivo» e mezzi navali sono allertati per intimare l’alt al comandante se tentasse di violare l’ordine. Ordine rispettato finora dalla nave tedesca che ha chiesto invano il 'place of safety' al Centro di coordinamento marittimo della Guardia costiera e per tutta la giornata ha continuato a navigare a zig zag a sud est di Lampedusa mantenendosi in acque internazionali, a poca distanza dal limite delle acque italiane (12 miglia dall’isola).

La sorte che toccherebbe alla nave se forzasse il blocco e approdasse a Lampedusa sarebbe probabilmente quella sperimentata pochi giorni fa dalla Mare Jonio di Mediterranea saving humans: sequestro da parte della procura di Agrigento e iscrizione nel registro degli indagati dei responsabili della missione. Ecco perchè la Germania sta spingendo per una soluzione di compromesso: far sbarcare i migranti, una parte dei quali sarebbero poi accolti in territorio tedesco. «Confidiamo che ci siano altri Paesi disposti ad accogliere alcune delle persone soccorse», fanno sapere da Berlino. E si è mossa anche la Commissione europea, sul modello di quanto avvenuto per altri soccorsi bloccati in mare dalla politica dei porti chiusi dell’Italia. Bruxelles ha chiesto una cabina di regia di coordinamento tra gli Stati membri disponibili a dare una «prova di solidarietà» e farsi carico ognuno di una quota dei 64.

Nel frattempo Salvini è tornato ad accusare la Alan Kurdi che «ha raccolto il suo carico di esseri umani a 25 miglia dalla costa libica e ne ha percorse 172 per avvicinarsi all’Italia, quindi mettendo a rischio la vita di decine di persone» per «un motivo evidentemente economico e politico». Nel pomeriggio il ministro ha dato l’ok allo sbarco dei bimbi e delle tre donne: tre motovedette di Guardia costiera e Guardia finanza sono quindi partite da Lampedusa ed hanno raggiunto la nave. Ma il trasferimento è stato bloccato: «L'accordo con il governo tedesco - fa sapere Sea Eye - era che le famiglie sarebbero state evacuate. Non faremo alcuna separazione familiare». Non solo madri e figli, dunque, ma anche gli altri parenti. Niente da fare, però.

Il Viminale non allarga l’offerta. «Forse al ministro Salvini - accusa Nicola Fratoianni (Si) - sfugge che le persone, siano donne, uomini o bambini, non sono pacchi. Forse gli sfugge che separare i bambini dai loro padri o le donne dai loro compagni è una bestialità indegna di un Paese civile». Mentre Mara Carfagna (Fi) si augura che le madri con i loro figli «decidano di scendere al più presto dalla Alan Kurdi. Lo facciano responsabilmente per i loro figli, che non possono essere oggetto di 'negoziato'».

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