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"Sistema" nei concorsi all'ospedale di Perugia: 4 arresti in Umbria, tra cui due politici

Luca Barberini e Giampiero Bocci

Per gli inquirenti era un «sistema che andava avanti da sempre» quello con cui sono stati "condizionati e sostanzialmente falsati", come scrive il gip, da esponenti di primo piano del Pd umbro 11 concorsi per una trentina di assunzioni all’ospedale di Perugia per primari, medici, infermieri e ausiliari fino ad arrivare alle categorie protette.

Una «spartizione» di vincitori ed idonei che ha portato agli arresti domiciliari l’assessore regionale alla Sanità Luca Barberini, il segretario regionale del Pd (ora commissariato da Nicola Zingaretti) Gianpiero Bocci, il direttore generale dell’Azienda ospedaliera Emilio Duca e quello amministrativo Maurizio Valorosi. La presidente della Regione Catiuscia Marini, anche lei del Partito democratico, è invece indagata a piede libero.  Per la procura «in più occasioni» si sarebbe interessata ai concorsi.

L’indagine, condotta dalla guardia di finanza, è andata avanti per mesi. Con intercettazioni telefoniche a attività d’indagine a riscontro. Complessivamente sono 35 le persone indagate. A chi doveva superare le prove - scrive ancora il gip nell’ordinanza di applicazione delle misure cautelari - venivano fornite «le tracce d’esame e gli indirizzi della commissione in ordine alle valutazioni da assegnare ai candidati».

In particolare l’accusa ritiene che Barberini abbia interferito in quattro concorsi e in tre Bocci (in passato sottosegretario all’Interno in tre Governi del Pd) che avrebbe anche passato agli altri indagati informazioni sull'indagine e per questo deve rispondere di favoreggiamento. Secondo il gip alla base delle esigenze cautelari per i due c'è «l'abile sfruttamento di un efficiente e solido sistema clientelare e la stabile utilizzazione delle funzioni e del ruolo istituzionale rivestito per finalità illecite». Più in generale per il giudice che ha disposto le misure cautelari «dall’insieme degli elementi raccolti deriva un chiaro quadro di abituale attività illecita». Delineato anche dalle intercettazioni agli atti. «Messaggio da Bocci... vuole gli orali, le domande orali», dice il direttore amministrativo Valorosi al dg Duca. Quest’ultimo il 9 maggio del 2018 - scrive il gip - «si reca in consiglio regionale e ha un incontro con la presidente della regione Umbria Catiuscia Marini... il Duca riferisce alla Marini di avere le 'domandè in vista dello scritto ('qui ce so le domande, tra quelle lì...sta tranquillà)».

L’inchiesta ha subito provocato un acceso dibattito politico. "Sono assolutamente tranquilla e fiduciosa nell’operato della magistratura - ha sottolineato Marini -, nella certezza della mia totale estraneità ai fatti e ai reati oggetto di indagine». «E' sereno e si dichiara assolutamente estraneo ai fatti contestati» anche Barberini che attraverso il suo difensore, l'avvocato David Brunelli, ha annunciato l’autosospensione dal Pd del suo assistito e la decisione di dimettersi dall’incarico. Ma Lega e M5s sono subito passati all’attacco. «Senza entrare nel merito degli ultimi arresti i cittadini dell’Umbria sono malgovernati da troppo tempo; elezioni Regionali subito» chiede Matteo Salvini.

«Quel che è accaduto oggi in Umbria è molto grave, lo è soprattutto perché parliamo di sanità, della salute delle persone, su cui per anni la politica ha speculato senza mostrare vergogna. Dobbiamo togliere la sanità pubblica dalle mani dei partiti. Bisogna slegare le nomine negli ospedali dalla politica. Bisogna fare una legge per introdurre un sistema più meritocraticratico ed efficiente, con concorsi trasparenti" afferma Luigi Di Maio. «Spezzare il legame politica-poltrone è una nostra battaglia storica che acquisisce ogni giorno più significato alla luce di episodi come questo. Le indagini faranno il loro corso e non entro nel merito specifico, ma voglio ribadire l’urgenza di riaffermare che la trasparenza, il merito e l’assenza di conflitti di interesse sono punti di partenza necessari e imprescindibili per ogni nomina nella sanità» scrive il ministro della Salute Giulia Grillo in un post su Facebook.

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