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È morto Gianni de Michelis, uomo di spicco del Psi di Craxi

Gianni De Michelis

È morto all’età di 78 anni Gianni De Michelis. Ha militato nel Partito Socialista Italiano dagli anni sessanta, poi è stato segretario nazionale del Nuovo Psi (2001-2007), ha aderito successivamente alla Costituente del Psi e al progetto di Stefania Craxi denominato Riformisti italiani. Negli anni 80 è stato ministro degli Esteri, del Lavoro e delle Partecipazioni Statali.

De Michelis viene travolto, come tutto lo stato maggiore e la classe dirigente socialisti, dallo scandalo di Tangentopoli. Per quel che lo riguarda, a seguito delle inchieste giudiziarie del pool di "Mani pulite", è stato sottoposto dal 1992 a 35 diversi procedimenti giudiziari: moltissime le assoluzioni, ma viene condannato per le tangenti autostradali del Veneto e per lo scandalo Enimont a un totale di 2 anni di reclusione, pena sospesa con la condizionale.

Nel 1997, tre anni dopo lo scioglimento del Psi, De Michelis cerca di dar seguito all’esperienza socialista e aderisce ad un partito denominato proprio Partito Socialista. Nel 2001 De Michelis fonda insieme a Bobo Craxi, figlio di Bettino, con quel che resta del piccolo movimento, il Nuovo Psi. Alle elezioni europee del 2004, viene eletto deputato del Parlamento europeo, per la lista "Socialisti Uniti per l’Europa".

Alle elezioni politiche del 2006 viene eletto deputato nazionale per la lista formata in congiunzione con la Democrazia Cristiana per le Autonomie. Il 26 novembre 2011 aderisce al progetto di partito di Stefania Craxi, che si chiama Riformisti Italiani, insieme ad altri esponenti come Alessandro Battilocchio e Renzo Tondo. Laureato in Chimica all’Università degli Studi di Padova nel 1963, inizia subito l’attività accademica. Dopo un lungo periodo di aspettativa dovuto agli impegni politici ed istituzionali torna all’insegnamento universitario dal 1994 fino al 1999.

Componente della direzione socialista sin dal 1969, e poi responsabile dell’organizzazione, nella sua attività nel Partito Socialista viene considerato uno dei discepoli di Riccardo Lombardi, e con lui nel 1976 appoggia l’elezione alla segreteria di Bettino Craxi, di cui rimane sostenitore anche dopo l’abbandono di Lombardi della sua stessa corrente, guidata da Claudio Signorile, e diviene membro della direzione nazionale del partito per tutta la durata della segreteria Craxi, nonchè presidente del gruppo socialista alla Camera tra il 1987 e il 1988 e vicesegretario nazionale del partito tra il 1993 e il 1994.

È stato deputato alla Camera (dal 1976 al 1994), ministro delle Partecipazioni statali (dal 1980 al 1983), ministro del Lavoro e della previdenza sociale (1983-1987), vicepresidente del Consiglio dei ministri (1988-1989) e infine ministro degli affari esteri (dal 1989 al 1992). Nel corso degli anni ottanta, diviene celebre anche per la sua passione per il ballo. È appassionato di discoteche fino a diventarne un estimatore, tanto che decide di raccogliere i più importanti locali notturni in una guida illustrata.

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