Lo spettro del disastro in laguna s'è manifestato verso le 8.30 del mattino, in una domenica di giugno radiosa, sotto forma di una gigantesca nave che sbandava a destra e a sinistra. Poi il crash contro un battello di turisti, osservato dai veneziani sulle rive in diretta, come fosse in tv, tutti col telefonino a riprendere l’incidente del secolo, che (forse) fermerà le grandi navi a San Marco. Il bilancio è di 4 feriti, turiste americane, neozelandesi e australiane, tra i 67 e 72 anni, nessuna in gravi condizioni. Due sono già state dimesse dall’ospedale. Poteva però essere una tragedia peggiore, perché la 'Msc' «Opera», un gigante di 275 metri per 65mila tonnellate di stazza, pareva non potesse fermarla più nessuno. Aveva il motore in avaria, ma «in spinta», ha spiegato chi era sui rimorchiatori che facevano da guida. Continuava cioè ad accelerare, e alla fine anche il cavo del rimorchiatore che la teneva 'frenata' a poppa si è spezzato. Il 'grattacielo' navigante ha proseguito la corsa, grattando via un pezzo di banchina in cemento armato, poi, mentre dalle radio dei natanti nel canale tutti gridavano «Emergenza, Emergenza!», ha colpito sulla poppa il 'River Countness', un barcone fluviale turistico, dove i passeggeri facevano colazione, prima di una gita sul Brenta. C'è stato tutto il tempo perché vedessero arrivare il gigante verso di loro. La gente ha iniziato ad urlare, a correre, si è buttata verso l’esterno, cadendo e rialzandosi, per fuggire di corsa. Dalla stessa Msc «Opera» i turisti hanno filmato, atterriti, quello che vedevano dal ponte: «oh mio Dio, oh mio Dio!» ha gridato più volte una donna, credendo di vedere gente finire in acqua. Non era però così. L’incidente ha riaperto la polemica sul piano alternativo per far arrivare le navi, attraverso la bocca di Malamocco, e il canale Vittorio Emanuele. Piano elaborato da tempo, che vede d’accordo Comune, Regione e compagnie crocieristiche, ma non ha ancora convinto il ministero dei trasporti. La reazione del ministro Toninelli è arrivata subito, con la promessa che lo stop alle grandi navi arriverà a breve. «Dopo tanti anni di inerzia, finalmente siamo vicini ad una soluzione definitiva» ha twittato il responsabile dei Trasporti. Poco dopo il Mit ha spiegato che «i ministri interessati si vedranno a breve scadenza per tirare le somme sulle opzioni progettuali individuate allo scopo di trovare la soluzione definitiva migliore, che arriverà presumibilmente entro il mese di giugno». Un impegno che il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, polemizzando con Toninelli, ha chiesto più volte. «E' l’ennesima dimostrazione - ha detto - che non è più pensabile che nel canale della Giudecca passino le grandi navi. L’abbiamo detto da 8 anni, chiediamo immediatamente l’apertura del Vittorio Emanuele». «Il ministro delle infrastrutture decida qualcosa, non si può più attendere» ha aggiunto da parte sua il governatore Zaia. E dalla Lega, il vice premier Matteo Salvini ha aggiunto pressione su Toninelli: «una soluzione per evitare problemi come quello dell’incidente tra le navi a Venezia era stata elaborata già dall’anno scorso, ma tutto è bloccato da mesi perché è arrivato un 'no' da un ministero romano, e non è della Lega». A stretto giro fonti del M5S hanno replicato a Salvini: «non serve fare annunci, serve fare la cose e risolvere i problemi. Se la Lega ha un piano per risolvere tutto domani lo presenti, non siamo gelosi, e se è buono lo portiamo avanti».