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Caso Orlandi, continuano le indagini: il Vaticano farà aprire due tombe

Emanuela Orlandi

Il Vaticano farà riaprire due tombe del Cimitero Teutonico che si trova all’interno delle mura leonine. La segnalazione della famiglia di Emanuela Orlandi, scomparsa nel nulla da 36 anni, è stata accolta e il tribunale ha disposto per l’11 luglio la verifica.

Il fratello Pietro, che in tutti questi anni non ha mai smesso di cercare la verità, ha espresso tutta la sua soddisfazione: «Vorrei veramente ringraziare il Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin, sicuramente da parte sua c'è stato tanto coraggio nell’apertura di questa indagine e nella decisione di aprire le tombe. E anche il comandante Giani vorrei ringraziare, ho capito che c'è la volontà di fare chiarezza».

La famiglia aveva ricevuto nei mesi scorsi una fotografia di una tomba del piccolo cimitero con un messaggio: «Cercate dove guarda l’angelo», era l’indicazione facente riferimento alla statua sopra la tomba. Ma il Vaticano, su disposizione dell’Ufficio del Promotore di Giustizia, di tombe ne farà aprire due, circostanza che porta il fratello a commentare: «Io nemmeno sapevo fossero due le tombe. Questo vuol dire che la cosa è organizzata bene, stanno lavorando davvero».

Non è la prima volta che per questo caso, tuttora avvolto nel mistero, viene riaperta una tomba: nel 2012, spostando la salma di Enrico De Pedis, il boss della banda della Magliana, dalla Chiesa di Sant'Apollinare, tra l’altro a due passi dal luogo in cui Emanuela Orlandi è stata vista per l’ultima volta, fu disposta anche l’analisi delle ossa custodite nella cripta.

Nulla che riconducesse a Emanuela fu trovato. Un copione che si è ripetuto di recente, dopo il ritrovamento a fine ottobre 2018 di resti ossei sotto la Nunziatura apostolica. Ma anche in quel caso non si trovò nulla relativo al caso della ragazza. Ora le indagini avviate in Vaticano approderanno al piccolo Cimitero Teutonico, che, circondato da palme e piante, sorge nel cortile del Collegio omonimo, dentro le mura vaticane, zona extraterritoriale.

Nell’annunciare la decisione il direttore della sala stampa vaticana, Alessandro Gisotti, in ogni caso tiene a precisare:
"Va ricordato che per ragioni di carattere giuridico l’autorità inquirente vaticana non ha giurisdizione per svolgere indagini sulla scomparsa, avvenuta in Italia, di Emanuela Orlandi; indagini che peraltro sono state condotte dagli inquirenti italiani, sin dalle prime fasi, con scrupolo e rigore professionale. Pertanto, l’iniziativa vaticana riguarda soltanto l'accertamento della eventuale sepoltura del corpo di Emanuela Orlandi nel territorio dello Stato vaticano».

L’11 luglio si procederà dunque all’apertura delle due tombe, alla presenza della famiglia Orlandi ma anche dei parenti delle persone che lì sono sepolte; ci saranno legali, periti, la Gendarmeria. Ma si tratterà solo della prima fase di una serie di accertamenti già programmati che, dopo l’apertura delle tombe e la repertazione e catalogazione dei resti, porteranno alle perizie per stabilire la datazione dei reperti e per il confronto del Dna.

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