Un’accelerazione improvvisa dovuta a diversi fattori, sia politici che giudiziari, sblocca almeno in parte la fase di stallo della Open Arms, da sedici giorni ferma alla fonda di Lampedusa con il suo carico di migranti ammassati l’uno sull'altro. Su pressing del premier Conte dalla nave della Ong spagnola sono stati fatti scendere 27 minori non accompagnati (uno è rimasto a bordo con il fratello maggiorenne): una decisione accettata «suo malgrado» dal ministro dell’Interno Salvini, che in serata rivela che ben 8 di questi hanno confessato ai poliziotti di essere maggiorenni. «Vedremo gli altri... Dopo i 'malati immaginarì, ecco i 'minorenni immaginarì! Mentre altri cedono, io non cambio idea», twitta il ministro.
Il trasbordo dei 27 è avvenuto su due motovedette, della Guardia costiera e della Gdf: subito dopo avere toccato finalmente la terraferma i ragazzi sono stati condotti nell’hotspot dell’isola. Sulla nave i naufraghi rimasti sono 107.
L’impasse s'è sbloccata dopo il duro botta e risposta tra Conte e Salvini. In una lettera, la seconda inviata al suo vice, il premier ha ribadito la necessità di autorizzare lo sbarco immediato dei minori, confermando inoltre la disponibilità di una pluralità di Paesi europei a condividere gli oneri dell’ospitalità per tutte le persone. La risposta di Salvini è stata immediata. «Prendo atto» e «darò pertanto, mio malgrado, per quanto di mia competenza e come ennesimo esempio di leale collaborazione, disposizioni affinché non vengano frapposti ostacoli all’esecuzione di tale tua esclusiva determinazione, non senza ribadirti che continuerò a perseguire in tutte le competenti sedi giurisdizionali l’affermazione delle ragioni di diritto che ho avuto modo di esporti», scrive il ministro, evidenziando che lo sbarco dei minori «è una scelta di esclusiva responsabilità del premier» e che «la linea del Viminale non cambia». E a rimarcare la posizione, fonti del Viminale ricordano che «già lunedì il ministro auspica novità a proposito del ricorso sulla decisione del Tar del Lazio», che si è espresso contro il divieto di sbarco, «ed è certo che la linea della fermezza e della difesa dei confini e della dignità dell’Italia è condivisa dalla stragrande maggioranza dei cittadini di questo Paese». Questo «per evitare che la tua decisione per il caso Open Arms - insiste Salvini - costituisca un pericoloso precedente».
Una polemica nella quale, indirettamente, si sono inserite anche le parole di Papa Francesco. «Pensiamo alle migliaia di individui che ogni giorno fuggono da guerre e povertà: prima che numeri, sono volti, persone, nomi e storie. Mai dobbiamo dimenticarlo», ha scritto il pontefice in un messaggio al meeting di Rimini A fare intuire che qualcosa si stava smuovendo sono stati alcuni segnali.
Intanto, la mossa del comando generale delle Capitanerie di porto, che in una nota al Viminale e ai ministeri per le Infrastrutture e degli Esteri, sottolineava che dal punto di vista del Centro ricerca e soccorso di Roma «non vi sono impedimenti di sorta» allo sbarco dei migranti, che veniva anzi sollecitato con «urgenza». Questa nota e altri documenti sono stati acquisiti dalla Procura di Agrigento, che ha aperto due fascicoli (il primo per favoreggiamento all’immigrazione clandestina, il secondo per sequestro di persona): gli atti sono ora al vaglio del procuratore aggiunto Salvatore Vella, così come dei documenti che i poliziotti dello Sco hanno acquisito al Viminale. Non solo. Dopo un vertice, i pm hanno disposto un’ispezione igienico-sanitaria, inviando a bordo della Open Arms due medici marittimi, la squadra mobile e uomini della guardia costiera. Dall’esito delle verifiche potrebbero esserci ulteriori sviluppi: in caso di sequestro della nave i 107 naufraghi rimasti a bordo dovranno sbarcare immediatamente.
Il lavoro della commissione sarà utile ai pm per fare chiarezza pure sulle divergenze tra i medici di bordo e il responsabile del poliambulatorio di Lampedusa, Francesco Cascio, sulle condizioni di salute dei tredici migranti fatti sbarcare tre giorni fa d’urgenza. E - mentre in serata sono sbarcati a Lampedusa una cinquantina di migranti, giunti con un’imbarcazione a ridosso dell’isola e intercettati da una motovedetta della Guardia di finanza - sullo sfondo rimane sempre il caso della Ocean Viking: la nave di Sos Mediterranee e Medici Senza Frontiere con 356 migranti a bordo si trova ora tra Lampedusa e Malta, in attesa di un porto sicuro.
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