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Open Arms, i migranti si tuffano in mare e altri due via per motivi sanitari

Cresce la tensione a bordo della Open Arms. Stamane, riferisce il fondatore della ong spagnola, Oscar Camps, un uomo si è gettato in acqua. È intervenuta una motovedetta della Guardia costiera per recuperarlo. Già nei giorni precedenti alcuni migranti avevano compiuto il gesto disperato nel tentativo di approdare a terra.

Un gesto imitato da un gruppo di altri nove migranti che, improvvisamente, hanno iniziato a gettarsi in acqua per tentare di raggiungere a nuoto la riva di Lampedusa, distante circa 700 metri. Sono stati tutti recuperati dalla guardia costiera e portati al molo della Madonnina. Poco dopo altre 5 persone si sono tuffate in mare.

Il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio ha deciso di raggiungere stamane Lampedusa per seguire da vicino il caso, soprattutto dopo gli ultimi sviluppi e i momenti drammatici di tensione. Con lui uno staff medico. Fonti della procura parlando di «situazione esplosiva» e della necessità di «riportare la calma affinchè nessuno si faccia male. L’impegno è l’attenzione sono massime per garantire l’incolumità di tutti».

Ieri sera sono scesi dalla Open Arms 9 naufraghi per motivi di salute. A bordo della nave spagnola rimangono 88 persone. «La situazione si complica ogni minuto» scrive in tweet l'ong, spiegando che insieme alle «8 persone bisognose di assistenza urgente» è sceso dalla nave anche un accompagnatore. «Chi non vuole vedere la situazione insostenibile a bordo - conclude il tweet - è incapace di provare empatía per il dolore degli altri».

Le nove persone sbarcate sono giunte nel molo Favaloro, dove i medici hanno fornito le coperte termiche e li hanno visitati in banchina. Uno di loro è stato portato via in ambulanza. In due sono stati ricoverati nel per accertamenti: si tratta di un uomo con un aritmia cardiaca e una donna con un deficit visivo.

Delle 9 persone, 8 hanno manifestato problemi di salute mentre la nona è una donna che ha accompagnato il marito. Gli altri 7 sono stati  sono stati portati, con un pulmino, nell’hotspot; uno di loro ha la scabbia, che sarà trattata direttamente nel centro di contrada Imbriacola, gli altri sei avrebbero sintomi di depressione e problemi psicologici.

Intanto una svolta allo stallo potrebbe essere forse arrivata nella serata di ieri, con le parole del ministro dei Trasporti Danilo Toninelli: «possiamo portarli noi in Spagna». Dunque, dopo che la Open Arms ha «incredibilmente rifiutato», scrive il ministro Su Facebook, di essere accompagnata in Spagna dalla Guardia costiera italiana «a questo punto facciamo un ulteriore passo in avanti: siamo disponibili a portare noi, con la nostra Guardia costiera, nel porto iberico che ci verrà indicato tutti i migranti che sono a bordo della Open Arms».

«La Spagna però - aggiunge - faccia prima, a sua volta, un passo in avanti e tolga immediatamente la sua bandiera dalla nave Ong». Il governo spagnolo ha dichiarato che offrirà «nelle prossime ore» una soluzione per la vicenda. La situazione in coro è stata definita dalla ministra della Difesa, Margarita Robles, una «emergenza umanitaria», di fronte alla quale la Spagna «non si gira dall’altra parte come sta facendo il ministro Matteo Salvini».

Robles non ha chiarito se Madrid prenderà sul serio la proposta di un trasferimento dei migranti in aereo, come accennato dalla ong con una battuta provocatoria, ma ha insistito che si tratterà di una soluzione «adeguata dal punto di vista umanitario».

Altri due migranti sono stati evacuati dalla Open Arms per motivi sanitari. Dopo che il procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio ha
lasciato la nave, i due sono stati caricati su una motovedetta della Capitaneria e trasferiti al molo Favarolo. Dalle 8 di stamani sono complessivamente 17 i migranti che hanno lasciato la nave della Ong: prima uno di loro si è tuffato in mare, ercando di raggiungere cala Francese; poi altri 9 e ancora altri 5. Infine l’ennesima evacuazione medica per motivi sanitari.

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