Abile, avida, spietata e cinica. Sbeffeggiava anche le sue vittime, mentre le depredava di beni e possedimenti, Maria Dascola, la 59enne insegnante di religione originaria di Reggio, trasferita da tempo a Messina, arrestata dalla Guardia di Finanza con l'accusa di circonvenzione di persone incapaci.
Alle due persone trovate dai finanzieri «praticamente detenute» nell'appartamento-lager di Messina aveva affibbiato un nomignolo tutt'altro che amorevole. Per lei erano “la gatta” e il “cane”. Così infatti li indica, parlando al cellulare con una cugina, e confermando agli inquirenti quanto fosse consapevole del disegno criminoso studiato e realizzato: «Mary, io ho finito ora di sistemare prima “il cane” e poi “la gatta”».
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