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Esplosione ad Alessandria, la drammatica telefonata del carabiniere ferito: "Fate in fretta, stiamo morendo"

Una telefonata drammatica, da sotto le macerie della cascina di Quargnento, in cui chiede aiuto alla propria centrale operativa: è quella del carabiniere Roberto Borlengo, che pur essendo gravemente ferito indica ai suoi colleghi il luogo dove si trova e indirizza i soccorsi: «fate in fretta perchè qui è crollato tutto, stiamo morendo...»."

E ancora: «se mi va male dì ai miei che gli voglio un sacco di bene». Ma il collega resta per tutto il tempo al telefono con lui e lo rassicura: «Stai tranquillo Roberto, non si parla di queste cose». I tre pompieri morti - Matteo Gastaldo, Marco Triches e Antonino Candido, quest'ultimo originario di Reggio - facevano parte di una squadra di cinque persone.

La squadra del comando provinciale di Alessandria era intervenuta intorno alla mezzanotte per la segnalazione di un incendio di abitazione. Giunta sul posto verificava la presenza di un cascinale composto da due edifici, quello più piccolo interessato da un’esplosione d’intensità non particolarmente importante.

All’interno un principio d’incendio e segni evidenti di effrazione a una delle finestre; la squadra entrava rinvenendo nel locale due bombole di Gpl con collegato un piccolo apparecchio, che faceva pensare a un timer. Spente le fiamme e messe in sicurezza le bombole - proseguono i vigili del fuoco - la squadra procedeva alla verifica del secondo corpo di fabbrica, più grande.

Dopo l’1, riscontrati anche su questo dei segni di effrazione a una delle finestre, in accordo anche con i colleghi dei carabinieri, i vigili del fuoco entravano all’interno, quando venivano investiti dalla seconda e devastante esplosione, che produceva il crollo totale della struttura.

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