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Regole e metodi della 'ndrangheta applicati in provincia di Bergamo

Regole e metodi della 'ndrangheta applicati in provincia di Bergamo. L'indagine denominata "Pay to live", condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria di Bergamo, ha fatto luce sui legami tra un 56enne bergamasco, con interessi nella vendita e noleggio di autoveicoli e due persone vicine ad ambienti 'ndranghetisti, della cui opera l'imprenditore si sarebbe avvalso per recuperare propri crediti.

Un provvedimento che rappresenta l'epilogo di un sistema importato e applicato al Nord, dove imprenditori non disdegnano di rivolgersi a esponenti della 'ndrangheta per risolvere questioni illecite.

Nel caso specifico un recupero crediti, oltre 12mila euro, che ha inguaiato presunto mandante e presunti esecutori. Il primo di Ponteranica (Bergamo), gravato da condanna per reati tributari; i secondi di Briatico, centro del Vibonese.

Tutti raggiunti da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita dai militari del comando provinciale della guardia di finanza di Bergamo per estorsione, rapina, sequestro di persona, lesioni e minacce i reati contestati agli indagati.

L'imprenditore, Delio Belotti, è stato arrestato nella sua casa di Ponteranica, a Briatico e le Fiamme gialle hanno bussato all'abitazione dei fratelli Paolo e Francesco Romano, rispettivamente di 39 e 33 anni. I due indagati sono comparsi davanti al gip di Vibo Valentia per l'interrogatorio di garanzia e si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

Secondo quanto emerso dall'inchiesta i due fratelli lo scorso 6 ottobre, nel centro di Bergamo, avrebbero aggredito, picchiato, rapinato di un telefonino, minacciato e poi rapito, un pregiudicato bergamasco in affari con un 63enne di Dalmine (Bergamo), il quale aveva contratto un debito con l'imprenditore arrestato.

Sotto la minaccia di un coltello e delle percosse, i Romano si sarebbero fatti accompagnare dalla vittima presso l'abitazione del debitore per incassare il credito. Ma l'uomo, nel tentativo di sfuggire ai suoi aggressori, li ha condotti con un espediente in una sala scommesse nel quartiere Colognola a Bergamo, dove sapeva essere attivo un sistema di videoriprese. Il continuo pestaggio ha generato la reazione dei presenti all'interno del locale pubblico e la richiesta dell'intervento delle Forze dell'ordine da parte dei presenti ha indotto gli assalitori alla fuga.

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