"Entro un mese sapremo se uno dei farmaci candidati al trattamento della Covid funziona. L’obiettivo è dare risposte rapide e affidabili ai pazienti già in ospedale e a quelli che, purtroppo, arriveranno. Noi puntiamo su terapie d’impatto, capaci di cambiare il decorso della malattia e aumentare la sopravvivenza". Lo dice in una intervista al Corriere Nicola Magrini, farmacologo clinico, direttore dell’Agenzia italiana del farmaco.
E sul farmaco per l’artrite reumatoide, utilizzato nei malati con polmonite in questi giorni sottolinea: "Abbiamo avuto un’adesione spettacolare alla sperimentazione del Tocilizumab, un anticorpo monoclonale che potrebbe essere efficace nel contrastare l'infiammazione alla base delle gravi polmoniti causa di morte nei pazienti più seri. Dopo affermazioni forse ottimistiche e certamente premature sul successo della terapia in pochissimi malati, siamo stati subissati da richieste per l’uso del farmaco, già approvato per altre indicazioni, principalmente l’artrite reumatoide, che aveva bisogno di studi clinici rigorosi per confermarne o meno l’efficacia. Ecco perchè si è deciso di partire con un unico studio nazionale coordinato da Aifa".
Intanto, sono incoraggianti i dati sulla sperimentazione di un farmaco anti-malaria, l’idroclorochina, combinato con un antibiotico, l’azitromicina. La ricerca è stata condotta su un piccolo numero di pazienti da Philippe Gautret e Didier Raoult, dell’Istituto Meditettaneo per le infezioni dell’Università di Marsiglia (Ihu) e i risultati, già accessibili online, sono in via di pubblicazione sull'International Journal of Antimicrobial Agents.
La decisione di sperimentare l’idroclorochina (un farmaco analogo alla clorochina) si è basata sui risultati positivi ottenuti in Cina contro la malattia causata dal coronavirus, la Covid-19. Quanto all’azitromicina, è un antibiotico, quindi un farmaco capace di uccidere dei batteri e non dei virus, ma in esperimenti condotti in laboratorio il farmaco si è dimostrato attivo contro i virus responsabili di Zika ed Ebola; si è inoltre dimostrato efficace nel prevenire infezioni respiratorie nelle persone colpite da infezioni virali.
La sperimentazione è stata condotta su 20 pazienti, alcuni dei quali asintomatici, altri con sintomi alle alte vie respiratorie e altri ancora con problemi alle basse vie respiratorie, come polmoniti o bronchiti. In tutti, scrivono gli autori della ricerca, è stata osservata «una significativa riduzione della carica virale» e questo, osservano, indica come l'idroclorochina associata all’azitromicina è «molto più efficiente ai fini dell’eliminazione del virus».
I risultati ottenuti finora dalla sperimentazione francese sono promettenti e, sebbene occorrano ulteriori test prima di stabilire la validità della combinazione dei due farmaci, secondo i ricercatori potrebbero aprire la possibilità di contrastare la malattia da coronavirus in attesa che arrivino farmaci mirati per la Covid-19 e il vaccino.
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