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Al mare con mascherine, steward e braccialetti: così il Coronavirus cambierà l'estate

Sicilia e Calabria adesso ci credono. Gli spiragli aperti dalle ordinanze sulla Fase 2 firmate da Musumeci e Santelli lasciano intravedere la possibilità di organizzare la prossima stagione balneare grazie a misure anti-contagio meno stringenti rispetto a quelle fissate a livello nazionale.

Al momento si parla solo di ipotesi, ma sembra che la figura "cardine" attorno al quale ruoterà l'intero comparto turistico estivo sarà quello dello "steward". Spetterà a loro vigilare sul rispetto del distanziamento sociale in spiagge, alberghi, percorsi montani e persino camping. A seconda della regione, i controlli saranno più o meno stringenti.

In Sicilia, ad esempio, sono stati due architetti messinesi ad avanzare una possibile soluzione sulla gestione dei lidi. Gianmarco Spadaro e Lorenzo Musolino hanno pensato ad “accessori balneari” che consentirebbero ai bagnanti di mantenere il distanziamento di sicurezza, sia in spiaggia con il telo “d.amare”, sia nel mare con la ciambella “d.amare”. "Il primo consiste in un cerchio flessibile con struttura in fibra di vetro, composto da due cerchi concentrici, uno centrale in rete traspirante e uno più esterno in dacron. Il secondo, invece, è un gonfiabile galleggiante che garantirebbe il distanziamento in mare".

Fabrizio Bruno Maiolo, architetto di 30 anni nato a Nardodipace e Mariachiara Richichi, 28 anni originaria di Careri, hanno invece elaborato una soluzione alternativa. L'idea è quella di ricorrere a cabine, a forma esagonale, realizzate con pannelli in carbonato dell'altezza di oltre due metri e con, alla base, 40 centimetri di apertura che, assieme all'apertura sovrastante, servono a permettere l'areazione all'interno della struttura. I vani dovrebbero essere uniti tra loro, in modo da dare, se visti dall'alto, l'impressione di un alveare. Questi ultimi all'interno conterrebbero due sdraio a distanza di un metro l'una dall'altra, con un ombrellone al centro.

A livello nazionale, chiaramente, le soluzioni paventate sono le più varie. In Sardegna è abbastanza netto il rifiuto di plexiglas e camminamenti "sanificati" che sarebbero troppo impattanti sul delicato ecosistema locale. Più verosimile invece pensare al numero chiuso. Nel Lazio si sta pensando a una app che possa consentire di prenotare il proprio posto in spiaggia e a un "braccialetto" che possa tracciare spostamenti così da evitare assembramenti. E poi c''è il Veneto che si sta organizzando con postazioni di 50 metri quadrati sulle spiagge che consentirebbero alle famiglie di avere una “casetta” in riva al mare.

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