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Copie dei giornali in rete, la campagna della Gazzetta del Sud contro la pirateria

Il settore dei quotidiani ha indubbiamente costituito una risorsa in questo periodo di lockdown. Non solo perché i giornali fornivano informazioni essenziali, ma anche perché costituivano un valido strumento per evadere dalla quotidianità.

Purtroppo le stringenti misure di anti-virus hanno determinato un calo delle delle vendite dei quotidiani, dovute in larga parte all’impossibilità del cittadino di uscire di casa. Ma se la mancata vendita risulta da una parte giustificata, non si può dire altrettanto della diffusione delle copie pirata dei giornali in rete.

Quest’ultimo è un reato, è bene ricordarlo, che va perseguito per legge e sul quale stanno indagando diverse procure della Repubblica a seguito di segnalazioni degli organismi di categoria degli editori, oltre che di diversi Ordini professionali e testate giornalistiche. In questi anni si è troppo volte sorvolato sull’amico che ti passava il giornale o sulla copia che arrivava via mail.

In realtà questo modo di intendere le cose ha creato un danno enorme ai quotidiani, che oggi si vedono costretti a prendere misure di difesa. Dispiace che a farne le spese siano strumenti utili come Telegram. Ma del resto questo strumento permette di creare liste broadcast molto più corpose e meno identificabili rispetto agli altri mezzi, per cui si presta alla diffusione delle copie pirata.

E nonostante la recente chiusura di molti canali di Telegram, il fenomeno è ancora lontano dall’essere sconfitto. Ma cosa può fare un singolo cittadino contro un fenomeno di questa portata? Se non lo vuole denunciare, può perlomeno non prestarsi a incentivarlo. Comprando sempre il giornale dai canali istituzionali. Ormai tutti i quotidiani forniscono un servizio di edicola on-line.

Bisogna usare quello e non solo perché è un reato leggere i giornali pirata, ma anche principalmente perché se muoiono i giornali si impoverisce la democrazia. Un’istituzione che è costata cara ai Paesi liberi di democrazia occidentale, come cita l’art 21 della costituzione italiana, in cui si afferma che tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero e che la stampa non può essere soggetta a censure.

Principio questo che già era stato oggetto di conquista alla fine del Settecento con la rivoluzione francese. Anche la Gazzetta del Sud contribuisce a porre l’accento sul problema con la campagna #lagazzettanonlarubolacompro, “leggere i giornali diffusi illecitamente è reato”. Ogni giorno un soggetto diverso intento a leggere la gazzetta, come fanno i lettori di Sicilia e Calabria dal tempo della fondazione della Gazzetta nel 1952.

Il tema di questa campagna istituzionale ci ricorda che il quotidiano locale è strumento del cittadino e per il cittadino. La Gazzetta del Sud ha poi, nell’ultimo anno, ampliato il suo bacino di utenza, acquistando il Giornale di Sicilia, un’operazione coraggiosa, verso un polo dell’informazione, che aumenta il prestigio della testata e della città.

Non si vuole qui tessere oltremodo le lodi dei giornali, ma se crediamo ancora nell’informazione verificata e ci fidiamo dei nostri giornali, allora non potremo fare a meno di concordare su quanto detto e unirci nella battaglia alle copie pirata già da domani, magari postando una foto con l’hashtag #lagazzettanonlarubolacompro.

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