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Il vaccino anti-Coronavirus scatena i no vax sui social, nel mirino le multinazionali

L'annuncio dell’accordo per il vaccino anti-Covid sottoscritto dall’Italia ha provocato le reazioni sui social dei no vax che, a partire dal post del ministro della Salute Roberto Speranza, sono intervenuti con toni anche forti e personali. Migliaia i commenti sull'opportunità dell’acquisto: presunta mancanza di sicurezza dei vaccini, inutilità del loro utilizzo perché la crisi sarebbe finita, interessi delle multinazionali del farmaco.

Temi cari al movimento che si oppone alle immunizzazioni e che ora attacca personalmente Speranza e la sua famiglia. Insulti contro i quali i deputati del Pd hanno espresso solidarietà al ministro 'oggetto di gogna social'. 'Saremo sempre dalla parte di scienza e sapere e contro la
cultura dell’odio», hanno scritto i Dem in un post che riceve migliaia di sostegni.

"I no-vax non sono mai scomparsi, sono sempre attivi insieme ai no-mask e a tutti gli pseudo movimenti antiscientifici pronti a sorgere come funghi seguendo la teoria complottista del momento. Nonostante la tragedia del covid19 negano i vaccini e le terapie. Solidarietà al ministro della Salute, Roberto Speranza, per gli attacchi che sta ricevendo dopo aver aderito alla strategia europea per il vaccino. Ora dobbiamo respingere, con convinzione le tendenze anti scienza senza mai abbassare la guardia», ha aggiunto Beatrice Lorenzin, ex ministro della Salute e responsabile del forum Salute del Partito Democratico, lei vittima di insulti e attacchi durissimi durante l'approvazione delle nuove norme sulle vaccinazioni infantili.

Anche l’ordine dei medici si è subito schierato a fianco del ministro. La Fnomceo ha espresso la vicinanza della categoria per i messaggi ricevuti da coloro che, nonostante le evidenze scientifiche, continuano a ritenere inutili i vaccini. «Tutta la classe medica è mobilitata nella difesa della scienza e dei suoi principi che oggi rappresentano la migliore garanzia di salute e libertà» ha affermato il presidente dell’ordine nazionale dei medici Fnomceo Filippo Anelli.

«Abbiamo affrontato a mani nude il Covid-19. 168 sono ad oggi i medici italiani caduti nella lotta contro il virus.  La Professione ha pagato un tributo altissimo in vite umane perse per curare gli italiani da questa malattia, così come altissimo è stato il costo, in termini di morti e di contagiati, per il nostro Paese. Oggi, se avessimo un vaccino, non dovremmo più preoccuparci delle restrizioni finanziarie e sociali: si darebbe speranza a chi è in difficoltà, ai tanti cittadini, imprenditori e professionisti che stanno vivendo sulla loro pelle questa grave crisi economica. Sconfiggere il virus significa ridare al Paese una prospettiva di benessere e di serenità».

Nel frattempo il presidente del Veneto Luca Zaia spiega che si vuole prudenza "sugli scenari ma se i vaccini verranno autorizzati dall’Aifa noi siamo pronti a ordinarli e a comprarli. La vaccinazione non è obbligatoria ed è fortemente raccomandata, ma noi dobbiamo mettere in condizione i veneti a vaccinarsi». In attesa dei risultati dell’ultima fase della sperimentazione del vaccino Oxford e di quelli delle altre aziende impegnate nella ricerca (15 progetti circa in tutto a livello già avanzato), si comincia anche i disegnare quele dovrà essere la strategia vaccinale.

I primi a ricevere il vaccino saranno i lavoratori della sanità. E poi le persone a rischio, per età o perché colpite da certe patologie, e le forze dell’ordine. Dopo, toccherà a tutti gli altri. Le prime dosi, se gli studi clinici arriveranno in fondo, saranno somministrate tra novembre e dicembre, ha spiegato in una intervista a Repubblica, è Walter Ricciardi.

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