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Coronavirus, Rt sotto l'1 su scala nazionale ma aumenta in Sicilia e Calabria

Tre regioni con indice di contagio Rt sopra 1: sono il Lazio (1,24), che era già sopra la soglia la scorsa settimana, l’Emilia Romagna e la Lombardia, che salgono a 1,01 rispettivamente da 0,62 e 0,82. È quanto emerge dal report settimanale di monitoraggio di ministero della Salute e Iss.

In generale, sono diverse le regioni con un Rt in salita: la Toscana sfiora l’1 a 0,96 (era a 0,74 una settimana fa), sale la Sicilia a 0,83 (da 0,72) e il Veneto è a 0,81 contro lo 0,69 di sette giorni fa. Rimane a zero l’Umbria, mentre la Calabria schizza da 0,04 a 0,43. In calo invece il Molise, da 0,35 a 0,09. Il Piemonte è a 0,69 (da 0,56), le Marche a 0,86 (da 0,59).

L’indice di contagiosità Rt resta comunque inferiore a 1 in tutta Italia, ha detto il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza, commentando i dati sulla Covid-19 dell’Iss. «La situazione è buona nel Paese e l’indice Rt sotto 1 su scala nazionale», con differenze fra regioni nell’incidenza.

Focolai, «anche di una certa rilevanza, indicano che il virus in determinati contesti è in grado di circolare anche rapidamente. Ciò induce a tenere comportamenti adeguati e a identificare e contenere prontamente i focolai come attualmente si sta facendo».

Il report dice inoltre che in alcune realtà regionali continua ad essere segnalato un numero di nuovi casi elevato. Questo deve invitare alla cautela proprio perché denota che in alcune parti del Paese la circolazione di Sars-CoV-2 è ancora rilevante. On quasi tutta la Penisola sono stati diagnosticati nuovi casi di infezione nella settimana di monitoraggio corrente, con casi in aumento rispetto alla precedente settimana di monitoraggio in alcune Regioni/Province autonome.

Tale riscontro in gran parte è dovuto alla intensa attività di screening e indagine dei casi con identificazione e monitoraggio dei contatti stretti. Tuttavia, la presenza di focolai, anche di una certa rilevanza numerica, mostra come il virus continui ad essere in grado, nelle attuali condizioni, di trasmettersi in modo efficace. Questo conferma che l’epidemia da SARS-CoV-2 non è affatto conclusa in Italia.

Di qui l’esigenza di «mantenere elevata l’attenzione e continuare a rafforzare le attività di testing-tracing-tracking in modo da identificare precocemente tutti i potenziali focolai di trasmissione e continuare a controllare l’epidemia». Come pure «è fondamentale mantenere elevata la consapevolezza della popolazione generale sulla fluidità della situazione epidemiologica e sull'importanza di continuare a rispettare in modo rigoroso tutte le misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali l’igiene individuale e il distanziamento fisico».

In definitiva l’Iss dice che le misure di lockdown in Italia hanno consentito di controllare l’epidemia da virus Sars-CoV-2 sul territorio nazionale, «tuttavia la trasmissione continua ad essere documentata nel Paese con incidenza molto diversa nelle 21 Regioni/Province autonome». Certo, la situazione descritta nel report, relativa prevalentemente alla seconda fase di transizione, è «complessivamente positiva» ma non mancano «piccoli segnali di allerta relativi alla trasmissione.

Sebbene questo descriva una situazione epidemiologicamente fluida che richiede il rispetto rigoroso delle misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali l’igiene individuale e il distanziamento fisico. Al momento i dati confermano il mantenimento della fase di transizione con le misure di prevenzione e controllo adottate dalle Regioni e Province autonome».

Ecco la lista delle regioni italiane e il relativo indice di contagio:

Abruzzo 0,42
Basilicata 0,26
Calabria 0,43
Campania 0,21
Emilia Romagna 1,01
Friuli Venezia Giulia 0,69
Lazio 1,24
Liguria 0,76
Lombardia 1,01
Marche 0,86
Molise 0,09
Prov. autonoma di Bolzano 0,4
Piemonte 0,69
Prov. Autonoma di Trento 0,13
Puglia 0,36
Sardegna 0,27
Sicilia 0,83
Toscana 0,96
Umbria 0
Valle d’Aosta 0,18
Veneto 0,81

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