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Chiesa, dal Vaticano nuove regole per i parroci: "no" a tariffario per messe e sacramenti

No a un tariffario per le messe o i sacramenti, le offerte non devono essere «tasse da esigere», più spazio ai laici nelle parrocchie, anche ai non battezzati, e - in via del tutto eccezionale - sarà per loro possibile celebrare battesimi, matrimoni e funerali. Sono alcune delle disposizioni contenute nell’Istruzione «La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa» a cura della Congregazione per il Clero e pubblicata oggi, in cui si definisce il ruolo e la configurazione delle parrocchie.

Il senso del documento, spiega il sottosegretario della Congregazione, monsignor Andrea Ripa, è che nella Chiesa c'è posto per tutti e tutti possono trovare il loro posto nel rispetto della vocazione di ciascuno ma occorre «preservare la Chiesa da alcune possibili derive, come clericalizzare i laici o laicizzare i chierici, o ancora fare dei diaconi permanenti dei mezzi preti o dei super laici».

L’Introduzione non ha novità legislative, ma propone modalità per una migliore applicazione della normativa vigente. Occorrono un rinnovamento missionario, un dinamismo e una creatività per far sì che la Chiesa sia sempre «in uscita», perchè «se non vive del dinamismo spirituale proprio dell’evangelizzazione, la parrocchia - si legge - corre il rischio di divenire autoreferenziale e di sclerotizzarsi, proponendo esperienze ormai prive di sapore evangelico e di mordente missionario, magari destinate solo a piccoli gruppi».

«Nell’ora presente, caratterizzata talvolta da situazioni di emarginazione e solitudine, la comunità parrocchiale - si sottolinea - è chiamata a essere segno vivo della vicinanza di Cristo attraverso una rete di relazioni fraterne, proiettate verso le nuove forme di povertà». Molto spesso «la comunità parrocchiale è il primo luogo di incontro umano e personale dei poveri con il volto della Chiesa». In particolare, «saranno i sacerdoti, i diaconi e i consacrati a muoversi a compassione per la carne ferità dei fratelli, a visitarli nella malattia, a sostenere persone e famiglie senza lavoro, ad aprire la porta a quanti sono nel bisogno. Con lo sguardo rivolto agli ultimi, la comunità parrocchiale evangelizza e si lascia evangelizzare dai poveri».

Tra gli undici capitoli di cui è composta l’Introduzione ci si sofferma sull'offerta per la celebrazione delle messe e per i sacramenti che «deve essere un atto libero da parte dell’offerente, lasciato alla sua coscienza e al suo senso di responsabilità ecclesiale, non un prezzo da pagare o una tassa da esigere, come se si trattasse di una sorta di imposta sui sacramenti». In ogni caso «dall’offerta delle Messe deve essere assolutamente tenuta lontana anche l’apparenza di contrattazione o di commercio», tenuto conto che «è vivamente raccomandato ai sacerdoti di celebrare la Messa per le intenzioni dei fedeli, soprattutto dei più poveri, anche senza ricevere alcuna offerta». Occorre quindi «non dare l’impressione che la celebrazione dei sacramenti - soprattutto la Santissima Eucaristia - e le altre azioni ministeriali possano essere soggette a tariffari».

Infine un laico può celebrare battesimi, funerali o matrimoni solo in via «eccezionale», se vi è carenza di sacerdoti e diaconi. Il vescovo, «a suo prudente giudizio», potrà affidare ufficialmente alcuni incarichi ai diaconi, alle persone consacrate e ai fedeli laici, «sotto la guida e la responsabilità del parroco», come, ad esempio, si legge nell’Istruzione: «La celebrazione di una liturgia della Parola nelle domeniche e nelle feste di precetto, quando 'per mancanza del ministro sacro o per altra grave causa diventa impossibile la partecipazione alla celebrazione eucaristica.

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