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Scuola, rientro il 14 settembre ma con il rischio di avere 300 mila supplenti

Lucia Azzolina

Le scuole italiane rischiano di riaprire il 14 settembre con le cattedre vuote e poco personale scolastico, nell’anno in cui di docenti e Ata c'è massimo bisogno.

Se è vero infatti che oggi il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha firmato il decreto per l’assunzione a tempo indeterminato di 84.808 docenti - «una buona notizia per gli insegnanti precari e per gli studenti che avranno così garantita la continuità didattica», ha commentato il ministro - il problema è che alla fine le assunzioni in ruolo dei docenti rischiano di essere molte meno: c'è chi parla di sole 30 mila. Infatti nelle graduatorie a esaurimento di diverse province, in prevalenza al Centro-Nord, molte classi di concorso sono esaurite e lo sono pure le graduatorie di merito.

La ministra dell’istruzione Lucia Azzolina spera che alcuni posti vengano assegnati tramite "call veloce" ma il vincolo di permanenza dei 5 anni pesa non poco. «C'è una percentuale bassissima di copertura dei posti che ad oggi non supera il 30% - osserva la segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi - la situazione più disastrosa è sul sostegno. Verranno coperti a malapena i docenti andati in pensione. La prova lampante di scelte fallimentari in materia di reclutamento, che purtroppo si tramandano di governo in governo da troppo tempo».

Secondo alcune previsioni si apre un anno scolastico con lo spettro di 250 mila-300 mila supplenti, anche perchè ai numeri attuali bisogna aggiungere l’organico Covid, circa 70 mila tra prof e collaboratori scolastici. Allo stesso tempo, avvicinandosi la data del rientro a scuola e contemporaneamente aumentando in questi giorni il numero dei contagi, ci sono docenti affetti da patologie che stanno chiedendo di restare a casa. L’Italia, peraltro, ha un primato che riguarda l’età elevata del personale scolastico: la percentuale di over 55 è del 40-45% e gli ultra 62 enni sono 171 mila.

Stamane intanto la Conferenza Unificata ha licenziato in via definitiva il documento dell’Istituto superiore di Sanità e Inail sulla gestione di possibili casi di contagio nelle scuole mentre tra oggi e domani continua il confronto tecnico sul trasporto pubblico in vista della Conferenza Unificata di lunedì prossimo.

«Bene l’accordo con le Regioni, ora avanti verso il 14 settembre», ha commentato la ministra Azzzolina. Positivo è considerato dalle Regioni l’orientamento del Comitato tecnico scientifico ad aumentare la capienza dei mezzi dall’attuale 50 al 75%, anche se la speranza dei governatori è che si possa arrivare all’80%. Anche in questa condizione comunque, ci saranno studenti che non troveranno spazio per andare a scuola su treni, bus e metro. In Lombardia, una stima è che dei 257 mila studenti delle superiori che usano i mezzi con la capienza all’80% comunque resteranno a piedi circa 77 mila, mentre con un riempimento al 60% (quello previsto dal Dpcm del 7 agosto) saranno 138mila.

«Margini di flessibilità non ne abbiamo, quelli che avevamo li abbiamo messi in campo, non abbiamo mezzi disponibili, le corse hanno già un notevole livello di frequenza, e, oggettivamente, più di così non sarà fattibile», ha detto preoccupato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. E la prima cittadina di Roma, Virginia Raggi ha chiesto "clemenza". «Sicuramente la riapertura dell’anno scolastico creerà criticità, abbiamo su Roma 1.200 scuole. Stiamo tutti lavorando sulla concretezza e per prevenirle. Siate tutti più clementi, perché la volontà è reagire. Se ci saranno delle criticità si affronteranno».

Oggi intanto sono stati consegnati 799 e 342 sedie a Codogno, Alzano e Nembro; da lunedì i banchi arriveranno a Bergamo, Brescia,Piacenza. E mentre il segretario della Lega, Matteo Salvini, continua ad attaccare la ministra dell’Istruzione «Azzolina deve andare a casa, le diamo un banco a rotelle per fare un giro in Piazza del Campo», lo scontro si è aperto anche dentro la maggioranza: a causarlo una intervista del presidente dei senatori Pd Marcucci, che ha definito «insufficiente» il contributo della ministra Azzolina. «Chi la attacca, attacca l'intero governo. Il Pd dica chiaramente se condivide quelle parole», hanno affermato diversi esponenti M5S.

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