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'Ndrangheta reggina, droga e armi tra Italia e Francia: decine di arresti

Decine di arresti all'alba da parte dei Ros di Genova insieme alla gendarmeria francese nell'ambito di una operazione sul traffico internazionale di stupefacenti e armi, riciclaggio e favoreggiamento della latitanza di un appartenente alla 'ndrangheta.

Trentatré arresti in Francia, 13 ordinanze cautelari in Italia, sequestri patrimoniali tra Italia, Portogallo e Francia per 900 mila euro e soprattutto la conferma del ruolo della 'ndrangheta calabrese nel traffico internazionale di droga e nell'assistenza ai latitanti all'estero in particolar modo con la Costa Azzurra.

È questo il risultato dell'operazione Ponente portato a termine tra il Ponente Ligure e Marsiglia dal Ros dei carabinieri e la géndarmerie francese coordinati dalla Distrettuale genovese e dal parquet di Marsiglia.

Tra i destinatari dell'ordinanza cautelare in Italia Carmelo Sgrò, calabrese di Palmi residente nell'hinterland di Imperia legato anche da vincoli di parentela alla cosca Gallico (Sgrò da qualche mese si trova in carcere) mentre in Francia è indagato un narcotrafficante marsigliese in rapporti con la famiglia Magnoli di Gioia Tauro.

Per gli indagati italiani è scattata l'accusa a vario titolo e in concorso di associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di stupefacenti e armi e favoreggiamento mentre i francesi sono accusati di banda armata, rapina e traffico di armi e stupefacenti.

Uno dei reati di cui è accusato Carmelo Sgrò è relativo alla 'copertura' nel 2017 della latitanza di Filippo Morgante, 50 anni, un elemento di spicco della cosca dei Gallico era, secondo gli inquirenti al costante servizio della cosca tanto da far parte del 'braccio armatò. Morgante avrebbe partecipato attivamente alla faida con la 'ndrina dei Bruzzise.

Condannato a Reggio Calabria a 18 anni per associazione di tipo mafioso, minaccia, detenzione di armi clandestine e associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, si era dato alla latitanza. Fino al momento del suo arresto, avvenuto a Roma nel 2018, era considerato dagli inquirenti il 'reggente' della cosca. Secondo quanto emerso dalle indagini del Ros e della Géndarmerie francese, Sgrò avrebbe favorito la latitanza di Morgante tra la Costa Azzurra e Imperia rifornendolo di denaro, documenti falsi e appartamenti.

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