
Governo diviso sulla possibilità di spostamenti a Natale. Dopo i secchi no degli ultimi giorni torna in campo l’ipotesi di allentare le maglie sui divieti previsti il 25 e 26 dicembre e l’1 gennaio, con due alternative: intervenire in Parlamento con una modifica del decreto o limare le faq. Il premier Giuseppe Conte, al centro di due schieramenti contrapposti sul tema anche all’interno della maggioranza, sta valutando da un lato le modifiche al decreto legge sul Covid, dall’altro l’aggiornamento delle domande frequenti per i cittadini sulle misure, con un’interpretazione estensiva delle situazioni di necessità che giustificano lo spostamento tra Comuni.
La partita si decide in questo fine settimana
La partita si giocherà nel week end e già nelle prossime ore, da Bruxelles, il presidente del Consiglio potrebbe sentire
Matteo Salvini. Il leader leghista aveva già chiesto più volte di rivedere le restrizioni e a questa richiesta si è aggiunta
ora una fronda della maggioranza: dal ministro M5s Luigi Di Maio ("assurdo che tra piccoli comuni non ci si possa spostare") a quello di Italia Viva, Teresa Bellanova ("ora si cambi") fino ad una piccola quota di componenti del Pd. Ma l’ipotesi di modificare la legge con una deroga incisiva non piace ai ministri Speranza e Boccia e al leader dem Zingaretti a cui si aggiunge, in maniera più possibilista, anche Franceschini. Per questo il premier, intento a mediare aprendo qualche spiraglio ma con un’attenzione sempre alta, potrebbe convocare i capidelegazione al ritorno da Bruxelles nelle prossime ore.
Il fronte dei prudenti nel governo
"Sulla questione degli spostamenti si prenda le responsabilità il Parlamento, quindi le modifiche - se vanno fatte - si
facciano tramite decreto», tuonano gli ambienti del fronte dei prudenti nel governo. «L'epidemia ha ancora numeri troppo alti per abbassare la guardia», è il ragionamento del ministro della Salute Roberto Speranza. Resta calendarizzata al Senato la mozione del centrodestra, ma si cercherà fino all’ultimo di evitare che il tema prenda pieghe non governative e i gruppi di maggioranza si spacchino, con parte del Pd già dichiaratasi a favore. Per ora, a chiudere l’elenco delle Faq, c'è il secco no alla domanda sulla possibilità di andare a trovare un parente che, pur essendo autosufficiente, vive da solo. Perché, si legge, «non integra una situazione di necessità quella di alleviare la solitudine di persone sole, ma autosufficienti».
Nei territori: l'ordinanza anti-aperitivo del sindaco di Bari
Nei territori, invece, c'è chi annuncia nuove strette. E proprio il ministro per le Autonomie, Francesco Boccia, plaude
al sindaco di Bari, Antonio Decaro, il quale ha predisposto un’ordinanza anti-aperitivo per evitare assembramenti il 24 e il 31 dicembre che prevede la chiusura dei negozi alle 13, allo stop delle attività di ristorazione (anche per l’asporto) alle 11 con divieto di stazionamento in 29 strade e piazze della città, i tradizionali luoghi della movida e dello shopping, nelle vigilie di Natale e Capodanno. «L'esempio di Bari - sostiene Boccia - è emblematico anche per chi in questo momento sollecita allentamenti non giustificabili dai dati dell’epidemia, né adottati da nessuna nazione dall’Europa». Anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, annuncia una nuova ordinanza regionale, rivolta soprattutto al tema degli assembramenti, che entrerà in vigore da subito fino alla scadenza del dpcm del Governo. E in Abruzzo è attesa a breve per via telematica l’udienza del Tar de L’Aquila sul ricorso presentato dal Governo in merito all’ordinanza sulla zona arancione firmata con due giorni di anticipo domenica scorsa dal governatore Marco Marsilio.
Il fronte della scuola: tornare in presenza subito dopo le feste
Nell’Esecutivo c'è già chi guarda avanti. «Il nostro obiettivo è di far tornare a scuola in presenza, subito dopo le feste, anche le studentesse e gli studenti delle scuole superiori. Il rischio non è la riapertura il 7 gennaio delle
scuole superiori, ma i comportamenti non corretti che potrebbero avvenire da oggi a tutto il periodo delle vacanze. Se durante il periodo di Natale rispetteremo le direttive, proteggeremo anche la scuola», spiega la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ribadendo che «non è corretto parlare dell’ipotesi di una terza ondata legata alla scuola, perché neanche la seconda è collegata». Si complica invece, la situazione nelle carceri, dove è stata superata la soglia dei mille contagi. Ieri sera i detenuti contagiati erano 1.049.
L'Italia dei tre colori
Molte regioni attendono di passare da domenica 13 dicembre da zona arancione a gialla. Lombardia e Piemonte in primis, ma anche Campania e Toscana. Anche la Calabria attende di capire se ci saranno novità in merito ed attende di poter passare in zona gialla, dopo essere stata anche zona rossa.
Nelle Regioni in zona gialla ci si può spostare dalle 5 alle 22 senza autocertificazione. Dalle 22 alle 5 restano vietati gli spostamenti, tranne quelli dovuti a esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. È consentito spostarsi in un Comune diverso all'interno della stessa Regione. Tutti i negozi possono riaprire, senza limitazioni alle categorie di prodotti acquistabili. Inoltre si può raggiungere la seconda casa, a patto che si trovi anch’essa in zona gialla. Nella zona gialla i ristoranti e le altre attività di ristorazione, dai bar alle gelaterie, sono aperti con possibilità di consumo all’interno dalle 5 alle 18 sempre rispettando le regole di distanziamento e massima capienza del locale.
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