Neonati, a partire da 6 mesi, vittime di torture e abusi; bambini costretti a rapporti sessuali anche con animali. Sono i particolari agghiaccianti di alcuni dei video sequestrati nella maxi inchiesta coordinata a Milano dai pm Giovanni Tarzia, Cristian Barilli e Maria Letizia Mannella, e condotta dalla polizia postale, che ha portato a 18 arresti in tutta Italia (di cui alcuni a Milano) per detenzione e diffusione di materiale pedopornografico. Materiale di questo tipo è definito dagli inquirenti con il termine tecnico di «tossico», perché contiene atti «estremi» e molto violenti nei confronti delle giovani vittime. Una delle caratteristiche che accomunava le chat a contenuto pedopornografico in cui venivano poi scambiati foto e video era la sigla “Cp”, acronimo per “child porno”. Coinvolti insospettabili. (AGI)