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Coronavirus, risale a 0.9 l'indice Rt. Calabria e Sicilia a rischio basso

L'indice di trasmissione torna a risalire. Superiore ad 1 in Veneto e Molise, mentre Calabria e Sicilia registrano un indice, rispettivamente dello 0.84 e dello 0.8

Si conferma il segnale di controtendenza nell’indice di trasmissione segnalato la scorsa settimana nell’intero Paese. Questo si realizza in un contesto europeo caratterizzato da un nuovo aumento nel numero di casi in alcuni paesi Europei (es. nel Regno Unito, in Olanda e in Germania), una mancata diminuzione dei casi con stabilizzazione della curva epidemica in altri (es. in Francia e Spagna) e la comparsa di varianti virali segnalate come a possibile maggior trasmissione. E' quanto si evince dall'ultimo rapporto dell'Iss (Istituto superiore sanità) sull'epidemia di coronavirus in Italia.

Incidenza ancora molto elevata

Complessivamente, l’incidenza in Italia rimane ancora molto elevata e l’impatto dell’epidemia è ancora sostenuto nella maggior parte del Paese. Inoltre si continua ad osservare nella maggior parte delle Regioni/PPAA un rischio Moderato o Alto di una epidemia non controllata e non gestibile. Tale situazione conferma la necessità di mantenere la linea di rigore delle misure di mitigazione adottate nel periodo delle festività natalizie.

Impatto elevato sui servizi assistenziali

L’epidemia in Italia si mantiene grave ancora a causa di un impatto elevato sui servizi assistenziali. Tutte le Regioni/PPAA, tranne una hanno un Rt puntuale compatibile con uno scenario di tipo 1. La Regione Veneto ha un Rt puntuale compatibile con uno scenario tipo 2 e si colloca per la terza settimana consecutiva a rischio alto con una incidenza estremamente elevata. Questo desta particolare preoccupazione, pertanto nuovamente si esorta ad applicare con urgenza le misure previste per questo livello di rischio nel documento “Prevenzione e risposta a Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale” trasmesso con Circolare del Ministero della Salute del 12/10/2020 Prot. 32732.

Nella settimana di monitoraggio si osserva un lieve aumento generale del rischio, con la maggior parte delle Regioni/PPAA con un rischio Moderato o Alto e quattro Regioni a rischio Basso di una epidemia non controllata e non gestibile.

Le regioni classificate a rischio alto

In particolare, 5 Regioni (Liguria, Marche, Puglia, Umbria e Veneto), sono classificate a rischio Alto. Dodici Regioni/PPAA sono classificate a rischio Moderato, di cui 4 (Emilia-Romagna, Molise, PA Trento e Valle d’Aosta) hanno una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese nel caso si mantenga invariata l’attuale trasmissibilità. Quattro Regioni sono classificate a rischio Basso.

Tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva ancora alto

Si osserva ancora nella maggior parte delle Regioni/PPAA un impatto elevato della epidemia in particolare dovuto ad un sovraccarico dei servizi assistenziali. Al giorno 21/12/2020, 13 Regioni/PPAA avevano superato almeno una soglia critica in area medica o TI. Il tasso di occupazione dei posti letto in Terapia Intensiva supera ancora le soglie critiche di occupazione a livello nazionale. Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 3.003 (15/12/2020) a 2.731 (21/12/2020); anche il numero di persone ricoverate in aree mediche è diminuito passando da 27.342 (15/12/2020) a 25.145 (21/12/2020). Tale tendenza a livello nazionale sottende forti variazioni inter-regionali.

Difficile e complesso ancora identificare e tracciare i casi

Sebbene si osservi una diminuzione dell’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 gg (329,53 per 100.000 abitanti nel periodo 7/12/2020-20/12/2020 vs 374,81 per 100,000 abitanti nel periodo 30/11/2020-13/12/2020, dati flusso ISS), il valore è ancora lontano da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. Questo approccio ha mostrato i primi segni di criticità quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni (attualmente l’incidenza a livello nazionale nei 7gg 14-20 dicembre 2020 aggiornata al 22 dicembre è pari a 157.01 per 100.000 abitanti).

Limitare le interazioni fisiche tra le persone

Si conferma pertanto la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine. Si ribadisce la necessità di rispettare le misure raccomandate dalle autorità sanitarie compresi i provvedimenti quarantenari dei contatti stretti dei casi accertati e di isolamento dei casi stessi.

I numeri in Calabria ed in Sicilia

In Calabria l'indice Rt è a 0.84, mentre in Sicilia è a 0,8. Entrambe le regioni rientrano nella classificazione complessiva di rischio basso. Nella settimana che va dal 7 al 13 dicembre in Calabria sono 1043 i nuovi casi segnalati, mentre in Sicilia sono 4083. L'incidenza per 100mila abitanti registra i seguenti numeri: 137.58 in Calabria, 208.94 in Sicilia.

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