Non arretra di un millimetro. Anzi: rilancia. Il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina chiarisce - se ancora ci fosse dubbi di sorta - la propria posizione riguarda alla riprese delle lezioni. Non solo non si intravedono spiragli di ripensamenti sulla data del 7 gennaio, ma il cruccio maggiore riguarda l'impossibilità di non aver potuto riaprire gli istituti già a dicembre: «Posso confermare la volontà del governo di riaprire. Avremmo voluto farlo a dicembre, ma abbiamo rimandato su richiesta delle Regioni», sottolinea la Azzolina. Sia chiaro, per ciò che concerne le Superiori è previsto il ritorno a scuola degli studenti al 50%. «Abbiamo collaborato», rincara la dose il ministro, «ma ora è arrivato il tempo di tornare in classe. La scuola è un servizio pubblico essenziale, non si può continuare a sacrificare i ragazzi né pensare che la didattica a distanza possa sostituire quella in presenza. Tutte le decisioni richiedono la prudenza che finora ci ha guidati. Continueremo a seguirla ed è chiaro però che se in questo momento sale la curva dei contagi non può essere colpa delle scuole superiori, visto che sono chiuse da due mesi. Possiamo dire che la scuola ha fatto la sua parte e se dovessero servire nuove misure di contenimento, ora bisognerebbe cercarle in altri settori». (AGI)