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Recovery plan in Calabria, Oliverio: «Battaglia a Roma»

L’ex governatore ritiene che al Sud debba andare il 64% delle risorse complessive e invita i parlamentari calabresi a modificare la bozza del piano nazionale

Mario Oliverio

Tutti lo definiscono come la più grande opportunità per la Calabria, qualcuno ne parla come di “ultimo treno” per agganciare lo sviluppo. Ma ancora in pochi ne sono convinti. Il Recovery plan, almeno nelle ultime bozze approvate dal governo Conte, continua a dividere la politica calabrese accrescendo, anzi, il fronte degli scettici e di quanti chiedono modifiche decise al piano che dovrebbe portare l’Italia ad avere un posto importante nel Next Generation Eu, il grande piano europeo chiamato a tirare fuori il Vecchio continente dalle macerie della pandemia e a proiettarlo nel futuro. Ma gli strumenti sono ancora in fase di creazione e, stando alle reazioni di buona parte degli esponenti politici calabresi, potrebbero rivelarsi insufficienti, nonostante le rassicurazioni fornite ieri dal sottosegretario M5S Anna laura Orrico e dalla deputata dem Enza Bruno Bossio. Non si tratta di ritagliare uno spazietto nel Recovery, come magari capita nei Milleproroghe, ma di portare la Calabria al centro.
Su questo è netto l’ex governatore Mario Oliverio che da tempo si sta muovendo per spronare i parlamentari calabresi a chiedere modifiche: «L’Italia ha avuto 209 miliardi in virtù di parametri come l’indice di disoccupazione, la popolazione, il Pil pro capite. È evidente che la condizione del Mezzogiorno, e quindi della Calabria, abbia influito molto sulla cifra prevista, e il Sud dovrebbe quindi avere il 64% delle risorse. Ma la proposta non è affatto coerente con questi criteri». Critico l’ex presidente della Giunta regionale verso la “fumosità” che riguarda la rete ferroviaria: «Nella prima bozza del 12 gennaio si parla solo di velocizzare la rete tra Salerno e Reggio Calabria, quindi di adeguare la rete esistente che è ben diverso dall’Alta velocità. Il 15 si approva l’altro testo ma di fatto non viene fatta chiarezza, parlando di un finanziamento dei primi lotti: parole ambigue, con progetti del genere vanno indicati dettagli e cifre».

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