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Coronavirus: Rt nazionale sale a 0.99, scenario in peggioramento

Uno scenario generale che sta andando verso un evidente «peggioramento». E’ quello dell’epidemia da coronavirus SarsCov2 in Italia secondo i dati dell’ultimo monitoraggio settimanale della Cabina di regia, dal quale emerge un primo parametro particolarmente preoccupante: l’indice di trasmissibilità Rt, nel periodo 27 gennaio-9 febbraio, è salito a 0,99 a livello nazionale (range 0,95- 1,07), in crescita rispetto alla settimana precedente. Ad aumentare, nell’ultima settimana, è stata anche l'incidenza dei casi, pari a 135,46 per 100.000 abitanti contro 133,13 per 100.000 abitanti del periodo 1-7 febbraio. Ben "lontana dai livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull'intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti».

L'invito a una forte e rinnovata cautela

Partendo da questo quadro, il monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità e ministero della Salute, sulla base degli andamenti regionali, invita dunque ad una forte e rinnovata cautela. Si confermano infatti, per la terza settimana, segnali di tendenza ad un «graduale incremento nell’evoluzione epidemiologica» e si osserva un «peggioramento nel livello generale del rischio». Ciò, avverte il monitoraggio, richiede misure di mitigazione nazionali e puntuali interventi di mitigazione/contenimento nelle aree a maggiore diffusione. Infatti, «un nuovo veloce aumento nel numero di casi potrebbe rapidamente portare ad un sovraccarico dei servizi sanitari, in quanto si inserirebbe in un contesto in cui l’incidenza di base è ancora molto elevata e sono ancora numerose le persone ricoverate per Covid-19». Altro parametro significativo è quello legato all’occupazione delle terapie intensive. E pure su questo fronte cresce la preoccupazione: 5 Regioni e Province autonome hanno un tasso di occupazione sopra la soglia critica del 30%, mentre a livello nazionale tale tasso continua ad essere alto anche se sotto la soglia critica. Tutto ciò, ha spiegato il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, alla consueta conferenza stampa organizzata dal ministero per analizzare i dati del monitoraggio, «ci mostra come lo scenario apparentemente stabile sia in realtà scivolando verso il peggioramento. Ciò richiede grande attenzione, soprattutto per la circolazione di varianti».

Aumentano i contagi tra i più giovani e tra i bambini

Ma c'è anche un altro aspetto emerso dagli ultimi dati: aumentano i contagi tra i più giovani e tra i bambini. Si tratta di un fenomeno da analizzare ulteriormente, anche se il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli ha invitato ad evitare allarmismi: «Nella popolazione pediatrica c'è un certo incremento nel numero dei casi, ma per evitare allarmismi bisogna dire che dati disponibili nella letteratura medica ci indicano come a fronte di un incremento dei pazienti pediatrici non c'è evidenza di un peggioramento dei quadri clinici. I dati dimostrano anzi che rispetto alla Primavera scorsa - ha sottolineato - il quadro clinico dei bambini è addirittura meno severo».

Allarmare per le varianti del coronavirus

Ad allarmare particolarmente sono proprio le varianti del virus SarsCov2, in circolazione crescente anche in Italia: la UK resta quella più diffusa e destinata a diventare dominante, ma contro la quale i vaccini sono efficaci, mentre le cosiddette varianti brasiliana e sudafricana sono più circoscritte sul territorio nazionale ma pongono anche più dubbi rispetto all’efficacia dei vaccini. Nella «migliore delle stime è emerso che l’aumento di trasmissibilità della variante Uk è del 39% ma con un range molto vario sul territorio, ciò vuol dire - ha chiarito Brusaferro - che la UK si trasmette il 39% in più». E dalla nuova indagine rapida in corso sulle diffusione delle varianti in Italia, ha aggiunto, «ci si attende un aumento ulteriore di questo dato». «Sappiamo che queste varianti sono più trasmissibili», ha sottolineato anche il direttore della Prevenzione del ministero Gianni Rezza. Quindi, «dobbiamo intervenire tempestivamente anche se non vediamo in questo momento un rapido aumento del numero dei casi. Ma se vediamo dei segnali anche a livello sub-regionale - ha concluso - non possiamo perdere assolutamente tempo».

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