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Piano vaccini, Draghi vuole importare modello inglese. Ecco come funziona

La priorità del neo premier: abbandonare le "primule" di Arcuri ed emulare il modello britannico

Sull'agenda del neo presidente del Consiglio Mario Draghi c'è inevitabilmente il tema legato ai vaccini ed al piano da intraprendere. Un modello, quello italiano, che finora non è mai realmente stato messo in moto e che diventa l'assoluta priorità per l'ex governatore della Bce.

Sulle scelte da intraprendere influirà e non poco la scelta ufficializzata da AstraZeneca di tagliare le dosi di vaccino per l'Italia del 10-15%. Una notizia certamente che non lascia ben sperare di fronte ai numeri a singhiozzo registrati finora nel nostro paese per ciò che concerne le somministrazioni. L’obiettivo è quello di raggiungere almeno le 350mila vaccinazioni al giorno, ma sta prendendo piede anche l’ipotesi di ampliare la griglia delle fasce di età seguendo sostanzialmente il modello della Gran Bretagna.

Perchè l'Italia vuole emulare la Gran Bretagna

Sembra ormai abbastanza chiaro che il modello delle "primule" imbastito dal commissario all'emergenza Covid, Domenico Arcuri, venga accantonato. Prendendo spunto dal modello inglese, l'obiettivo è una sola dose del vaccino anglo-svedese subito per tutti. Non si aspetterà, dunque, che si faccia il richiamo e non ci sarebbe nella fattispecie la necessità di mettere da parte delle scorte.

In secondo luogo, grazie anche all'ausilio di Confindustria, le vaccinazioni dovrebbero avvenire in numerosi luoghi come, ad esempio, stazioni, aeroporti, ma anche nelle fabbriche. Saranno utilizzate con ogni probabilità anche le caserme e i centri commerciali, insomma strutture già esistenti ed a costo zero.

Carlo Bonomi, presidente di Confindustria intervistato da Repubblica, ha confermato la sua totale disponibilità per dare un’accelerata alle vaccinazioni. “I dipendenti delle aziende aderenti a Confindustria sono circa 5,5 milioni, se consideriamo una media di 2,3 componenti per nucleo familiare potremmo vaccinare più di 12 milioni di persone. Siamo disposti a mettere le fabbriche a disposizione delle comunità territoriali nell’ambito del piano nazionale delle vaccinazioni”, ha evidenziato.

Il modello inglese

Rispetto all’unica somministrazione, l’idea di emulare il modello britannico scaturisce anche da uno studio pubblicato di recente sulla rivista Lancet: il vaccino AstraZeneca avrebbe un’efficacia del 72% che può aumentare fino all’80% spostando il richiamo a 3 mesi dalla prima somministrazione.

 

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