Il cosiddetto "First mover group" è un gruppo di Stati senza particolari legami geografici, politici o economici che ha deciso di raccordarsi nella lotta alla pandemia, studiando soluzioni per non strozzare l’economia con restrizioni eccessive e allo stesso tempo evitando che ritardi e inefficienze facciano esplodere il Covid nella popolazione.
L’alleanza, nata la scorsa estate, comprende cinque Paesi europei: Austria, Danimarca, Grecia e Repubblica Ceca, membri Ue, e la Norvegia che non ne fa parte, ai quali si aggiungono Israele, Singapore, Australia e Nuova Zelanda. I leader di questi Stati sono convinti che le organizzazioni internazionali, in primis Oms e Ue, siano state lente nel dare una risposta all’epidemia.
Mesi fa il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, aveva chiarito che «non si tratta di una competizione con le organizzazioni internazionali», ma che «oltre a queste organizzazioni è bene avere contatti più diretti con Paesi come l’Australia dai quali si possono imparare cose interessanti». Ora Kurz è andato oltre annunciando che collaborerà con Israele e Danimarca per produrre vaccini di seconda generazione in grado di rispondere alle mutazioni del coronavirus.
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