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Ennesimo femminicidio, 43enne confessa a Napoli: «Ho ucciso mia moglie»

«Ho ucciso mia moglie a Napoli». Così Pinotto Iacomino, 43 anni, compagno e convivente di Ornella Pinto, 40 anni, deceduta da poco all’ospedale partenopeo Cardarelli, ha detto al comandante della stazione carabinieri di Montegabbione, in provincia di Terni, che questa mattina alle 7 circa gli ha aperto la porta della caserma.  La coppia ha un figlio minorenne. «Mi sono venuto a costituire», ha esplicitato. Iacomini, subito dopo aver inferto 12 coltellate alla donna nel loro appartamento di via Filippo Cavolino nel quartiere di San Carlo Arena a Napoli, era corsa alla sua vettura e aveva iniziato a fuggire, convinto di aver provocato il decesso di Ornella Pinto. La morte della donna invece c'è stata dopo il ricovero e un tentativo dei chirurghi di operare la vittima per salvarle la vita. Iacomino sarà sentito questo pomeriggio dal pm Neri di Terni. E’ già in stato di fermo, ma ora la sua posizione è più grave e il reato che gli verrà contestato è di omicidio.

Nove fendenti ai polmoni a Ornella Pinto

Nove fendenti ai polmoni non hanno lasciato scampo a Ornella Pinto, 40 anni, uccisa dal compagno all’alba di oggi a Napoli con 12 coltellate soprattutto al torace. Lo rivela una nota emessa dall’azienda ospedaliera Cardarelli, l’ospedale dove i medici hanno tentato invano di salvarle la vita. «Nonostante gli sforzi di tutto il personale che ha sin dal primo momento cercato di salvare la vita della giovane donna giunta in pronto soccorso in codice rosso a seguito di un accoltellamento, la paziente è deceduta alle 10.35 di oggi (sabato 13 marzo 2021) - scrive il nosocomio - il decesso è sopraggiunto per un arresto cardiaco al termine di un delicato intervento mediante il quale le èquipe del Trauma Center e di Chirurgia Toracica hanno cercato di risolvere nove le profonde lesioni polmonari». La direzione strategica Cardarelli, attraverso il dg Giuseppe Longo, «esprime grande dolore per la perdita di questa giovane vita». «L'ennesimo episodio di aggressione e omicidio nei confronti di una donna - sottolinea Longo - un gesto vile e di una brutalità inaudita. Fatti come questo dovrebbero spingerci a una riflessione profonda su quanto sta accadendo. Siamo vicini alla famiglia di questa giovane madre e a tutte le donne».

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