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Senato, sì alla cittadinanza italiana a Patrick Zaki. Ma il Governo frena: atto rischioso

Via libera dall'Aula del Senato alla cittadinanza italiana a Patrick Zaki, lo studente agli arresti dal 7 febbraio del 2020 in Egitto. L'ordine del giorno presentato è stato approvato con 208 sì, nessun contrario e 33 astenuti.

Tra gli astenuti i senatori di FdI. Si chiede inoltre al governo di sollecitare le autorità egiziane per la liberazione dello studente; di monitorare le udienze processuali e le condizioni di detenzione; di attivarsi a livello europeo per la tutela dei diritti umani nei Paesi dove persistono violazioni e a portare iniziative al G7 con particolare riguardo a casi di repressione di attivisti politici.

"C'è qualcosa nella storia di Patrick Zaki che prende in modo particolare, ed è ricordare quando un innocente è in prigione. Questo l'ho provato anch'io e sarò sempre presente, almeno spiritualmente quando si parla di libertà". Lo ha detto a Radio Popolare la senatrice a vita Liliana Segre che da questa mattina è in aula al Senato per partecipare alla discussione sulle mozioni per riconoscere la cittadinanza italiana a Patrick Zaki, lo studente che da più di un anno è in prigione in Egitto. "Ho fatto questo viaggio - ha raccontato - perché ci sono delle occasioni in cui uno deve vincere le forze che non sono sempre brillantissime". "Ricordo - ha aggiunto - cosa sono i giorni passati dentro la cella, quando non si sa se preferire la porta chiusa o che si apra e qualcuno entri e ti faccia o ti dica qualcosa che ti possa far soffrire ancora di più". Segre si è detta molto contenta di questa iniziativa :"sarò sempre presente almeno spiritualmente quando si parla di libertà".

Il Governo frena: atto rischioso

Il Senato chiede al governo di attivarsi per concedere la cittadinanza italiana a Patrick Zaki, e dall’esecutivo arriva l’avvertimento che l’atto, anche se condivisibile, potrebbe «rivelarsi controproducente» e mettere addirittura a repentaglio il rilascio dello studente dell’università di Bologna detenuto in un carcere egiziano da oltre un anno. L’ordine del giorno approvato con 208 voti favorevoli e nessun contrario dall’Aula di Palazzo Madama, impegna anche Palazzo Chigi ad «intraprendere tempestivamente» tutte le iniziative «per sollecitare l’immediata liberazione» del giovane studente, e a «continuare a monitorare» il processo «con la presenza in aula della rappresentanza diplomatica italiana al Cairo», «le sue condizioni di detenzione» e «di attivarsi, a livello Ue, per sollecitare istituzioni e Stati membri affinchè richiedano all’Egitto, e agli altri Paesi in cui persistono diffuse violazioni dei diritti umani, miglioramenti concreti su questo tema».
Nell’esprimere parere positivo al documento, la vice ministra degli Esteri, Marina Sereni, ha però messo in guardia il Parlamento: l’attribuzione della cittadinanza a Zaki, «si configurerebbe quale misura simbolica priva di effetti pratici a tutela dell’interessato. Anche alla luce del Diritto e dei principi internazionali», ha affermato rivelando che «l'Italia incontrerebbe notevoli difficoltà a fornire protezione consolare al giovane, essendo egli anche cittadino egiziano, poichè prevarrebbe la cittadinanza originaria». Ancora più importante - ha poi messo in evidenza Sereni invitando i senatori a una riflessione approfondita - «è il rischio di effetti negativi sull'obiettivo che più ci sta a cuore: il rilascio di Patrick. In questo senso la concessione della cittadinanza, potrebbe addirittura rivelarsi controproducente».

Sereni ha comunque assicurato che la Farnesina segue «con la massima attenzione» il caso e «condivide pienamente» la preoccupazione del Parlamento. «L'azione di sensibilizzazione sulle autorità egiziane che abbiamo svolto e continuiamo a svolgere è continua: sollecitiamo le controparti egiziane in ogni occasione di confronto a rilasciare lo studente e seguiamo l’evoluzione del processo», ha ricordato.
Solo i senatori di Fratelli d’Italia si sono astenuti al momento del voto ritenendo che la strada migliore da perseguire sia quella della diplomazia. «Non vorremmo insospettire e irrigidire ulteriormente le autorità egiziane, a causa delle quali lo studente, reo solo di aver espresso delle opinioni in difesa dei diritti civili dei suoi concittadini, è detenuto ormai da 432 giorni», ha affermato Alberto Balboni. Per il resto da tutti i partiti è arrivato unanime l’appello a concedere a Zaki la cittadinanza italiana.

«Abbiamo il dovere di non lasciar nulla di intentato. Per noi lo stato di diritto è una frontiera irrinunciabile», ha affermato il dem Francesco Verducci, mentre il segretario del Pd, Enrico Letta, ha rilanciato su Twitter l’hashtag 'noi non molliamò. Il Movimento 5 stelle con Gianluca Ferrara ha invece ricordato che «Zaki è stato sottoposto a scosse elettriche e percosso in maniera da non lasciare tracce sul suo corpo. L’Egitto ha un ruolo geopolitico di fondamentale importanza sul piano internazionale e, ancor più, locale. Ma nessun ruolo politico ed economico - ha sottolineato - potrà mai giustificare certi metodi medioevali».
In Aula era presente anche la senatrice a vita Liliana Segre, che ha firmato l’ordine del giorno. «C'è qualcosa nella storia di Patrick Zaki che prende in modo particolare, ed è ricordare quando un innocente è in prigione», ha confidato in un’intervista radiofonica. «Questo l’ho provato anch’io e sarò sempre presente, almeno spiritualmente, quando si parla di libertà».

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