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Coronavirus, percentuale vaccinazioni tra i parametri per stabilire i "colori" delle regioni

Entro giugno tutti gli over 60 dovranno aver ricevuto almeno una dose di vaccino. Con oltre 14 milioni di somministrazioni e più di 4 milioni di italiani immunizzati anche con il richiamo, il ministro della Salute Roberto Speranza indica il nuovo obiettivo del governo, auspica chiarezza su Johnson&Johnson il più presto possibile e ribadisce: «Solo vaccinando decine di milioni di italiani riconquisteremo le nostre libertà e sarà possibile una duratura ripresa economica».

E proprio la percentuale di somministrazione dei vaccini potrebbe essere uno dei nuovi parametri che potrebbe entrare nel nuovo decreto per determinare il livello di rischio dei singoli territori e, di conseguenza, le riaperture: le Regioni e l’Istituto superiore di Sanità lavorano ad un’ipotesi che prevede un tasso di copertura del 70% per over 80 e fragili, dunque l’immunità di gregge per questa fascia d’età. Una soglia minima sul numero di tamponi da effettuare in ogni regione, per una corretta valutazione dei parametri che determineranno i nuovi profili di rischio. E’ un'altra delle ipotesi.

Nonostante lo stop delle autorità Usa e la diffidenza verso Astrazeneca, il governo continua ad ostentare fiducia e si dice convinto che la campagna vaccinale non subirà ulteriori rallentamenti, forte anche dei 7 milioni di dosi in più per l'Italia che Pfizer anticiperà dal quarto al secondo trimestre, dunque entro giugno, come annunciato dalla presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen e confermato in un’intervista al Corriere e altri 3 giornali europei dall’Ad dell’azienda americana. «In questo trimestre consegneremo 250 milioni di dosi all’Europa» dice Albert Bourla rivelando anche uno studio su 46mila persone in base al quale al momento il siero di Pfizer «risulta sicuro anche sulle varianti».

Si va avanti, dunque. «L'organizzazione c'è, la macchina è stata messa a punto e con le dosi in arrivo sono sicuro che porteremo a casa gli obiettivi e riusciremo a riaprire il paese», afferma il Commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo che sta proseguendo il suo tour per l’Italia per verificare la situazione delle diverse regioni. Dopo un paio di giorni, le somministrazioni sono tornate sopra le 300mila in 24 ore e l’input dato dal generale è che si continui a viaggiare costantemente su questi ritmi, visto che già l’obiettivo delle 500mila vaccinazioni al giorno a metà aprile è saltato. L’altra indicazione non derogabile è quella che riguarda le categorie: prima si vaccinano gli over 80 e i fragili, poi i settantenni e i 60enni.

«Vaccinare i più anziani è corretto perché consente di salvare vite umane. E tutte le regioni devono attenersi a queste indicazioni», ripete Speranza nella sua informativa alla Camera indicando appunto l’obiettivo di giugno e dove però deve incassare l’annuncio della mozione di sfiducia da parte di Fratelli d’Italia. «Sono mesi che denunciamo la sua incompetenza e inadeguatezza» dice Giorgia Meloni. Ad oggi, secondo i dati del ministro, è stata somministrata la prima dose al 76% delle persone con più di 80 anni e al 30% di quelle tra 70 e 80. Numeri che per il Gimbe significano però il contrario: la campagna stenta, visto che un ottantenne su 4 non ha avuto neanche una dose e tra i 70 e i 79 questa percentuale si sale a 3 su quattro. Certo è che se si vuole legare, come ha detto il premier Mario Draghi, le aperture alle vaccinazioni, bisogna accelerare. Su questo fronte un aiuto arriverà dalle farmacie: sono già 11mila quelle che diventeranno luoghi di somministrazione, con 25mila farmacisti che hanno già iniziato il corso di formazione. Ma servono più dosi e qui torna di nuovo in ballo Johnson&Johnson. «La sicurezza delle persone che utilizzano i nostri prodotti è la nostra massima priorità" dice il vice presidente del Comitato esecutivo dell’azienda Paul Stoffels con l’azienda convinta del «profilo beneficio-rischio del nostro vaccino». Secondo Figliuolo la questione si risolverà a breve ma in ogni caso è probabile che, come avvenuto per Astrazeneca, ne verrà raccomandato l’utilizzo con delle limitazioni. Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri definisce «verosimile» un limite di età come per il siero dell’azienda anglo svedese, dunque sopra i 60 anni. E’ un vaccino «importante» per la campagna, ripete Speranza, come Astrazeneca, che è «sicuro, efficace».

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