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Diffusione asili nido. Sud indietro rispetto al Nord. Bene Messina e Crotone. Cosenza giù

Sono questi alcuni dati emersi dalla presentazione online del rapporto nazionale Asili nido in Italia

In Italia c'è una marcata differenza territoriale nella diffusione di asili nido e servizi per la prima infanzia. Al Centro-Nord la presenza raggiunge il 32%, sfiorando l’obiettivo europeo per il 2026 del 33% e dove in media 2/3 dei Comuni offrono il servizio. La situazione peggiora nel Mezzogiorno, dove i posti ogni 100 bambini si fermano a 13,5 e il servizio è garantito in meno della metà dei Comuni (47,6%). La differenza è di 18,5 punti. A Bolzano quasi 7 posti ogni 10 bambini; a Catania e Crotone quasi 5 su 100 bambini.

Sono questi alcuni dati emersi dalla presentazione online del rapporto nazionale Asili nido in Italia promosso dall’impresa sociale Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

Sicilia e Calabria in fondo alla classifica

Nella parte alta della classifica si collocano Valle d’Aosta (45,7%) con quasi 1 posto nei servizi socio-educativi per la prima infanzia ogni 2 bimbi residenti, Umbria (42,7%), Emilia Romagna (39,2%) e Toscana (36,2%). Al Sud, ad eccezione della Sardegna che raggiunge il 29,3%, superando così la media nazionale del 25,5%, Abruzzo e Molise vanno appena oltre la soglia del 20% (ovvero più di un posto ogni 5 bambini), mentre Puglia e Basilicata si attestano poco sotto il 17% e ancor più indietro si collocano Campania (11%), Sicilia (10%) e Calabria (9,4%).

A Cosenza 7 posti ogni 100 residenti, ben al di sotto della soglia del 33%

Secondo i dati del report, tutte le province emiliane e romagnole (tranne Piacenza, che è comunque al 25,8%), superano i 33 posti ogni 100 residenti (obiettivo europeo al 2026) tra 0 e 2 anni. In Toscana 6 province superano la soglia del 33%; Arezzo, con il 32,7% l’ha praticamente raggiunta e le altre 3 sono poco sotto, con dati superiori al 29%. Di contro, sono tutte meridionali le 8 province che non raggiungono un posto ogni 10 bambini residenti: Trapani (9,7%), Napoli (8,9%), Ragusa (8,7%), Catania (8,1%), Palermo (8%), Cosenza (7,7%), Caserta (6,6%), Caltanissetta (6,2%).

Numeri contrapposti. Bene Messina e Crotone: rispettivamente 17 e 16 posti ogni 100 bambini

Le medie regionali però nascondono divari all’interno degli stessi territori. Anche nelle maggiori regioni del Sud, caratterizzate da una copertura media più bassa, il livello non è infatti uniforme. In Sicilia, l’offerta potenziale presente nella città metropolitana di Messina (17 posti ogni 100 bambini) è quasi tre volte quella della provincia di Caltanissetta (6,2%). In Calabria il dato di Crotone (16,3%) si contrappone a quello di Cosenza (7,7%). In Campania, l’offerta potenziale di Salerno (13 posti ogni 100 bambini) è quasi doppia rispetto a Caserta (6,6%).

«La povertà educativa dei bambini e delle bambine - spiega Raffaela Milano, direttrice programmi Italia-EU Save the Children Italia onlus - affonda le radici già nella prima infanzia, e si consolida ben prima della scuola primaria. D’altro canto, è dimostrato come un asilo nido di qualità rappresenti, per i bambini, uno strumento efficacissimo di riduzione delle diseguaglianze di ingresso nel sistema scolastico ed un investimento fondamentale per prevenire la dispersione». L’analisi elaborata dall’Osservatorio Povertà Educativa di Con i Bambini - «presenta chiaramente e in modo accurato - aggiunge Milano - i gravi squilibri oggi esistenti, in Italia, nella rete dei servizi. Proprio nei territori dove c'è maggior povertà educativa e dispersione scolastica mancano gli asili nido e questo rende anche più difficile, per le giovani donne, l’ingresso nel mondo del lavoro».

Il fenomeno degli anticipatari: in Calabria dato al 25%

La carenza di asili nido al Sud incentiva poi il fenomeno degli anticipatari. In Italia - si legge nel report - sono circa 70mila i bambini che all’età di 2 anni frequentano già la scuola dell’infanzia. A fronte di una media nazionale del 14,8% di bambini di 2 anni anticipatari, il dato supera il 20% in gran parte delle regioni meridionali, con picchi del 29,1% in Calabria, del 25% in Campania e del 23,7% in Basilicata. Dove sono più sviluppati i servizi per la prima infanzia, come in Valle d’Aosta ed Emilia Romagna, gli anticipatari sono rispettivamente il 5,4% e il 6,7 per cento.

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