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Tamponi, colori, coprifuoco e Rt: tutte le modifiche chieste dalle Regioni al Governo

«Superare il meccanismo dei 4 colori» e di sostituirli con 3 livelli di rischio: basso (misure simili alla zona bianca), medio (limitazione di alcune attività) e alto (con in vigore il coprifuoco).

Garantire un numero minimo di tamponi che sia proporzionale al livello di incidenza del contagio all’interno di una regione. E’ quanto chiederanno - a quanto si apprende - le Regioni al Governo nell’incontro programmato in mattinata. Tra le proposte, anche quella di «superare il meccanismo dei 4 colori» e di sostituirli con 3 livelli di rischio: basso (avrebbe determinato misure simili alla zona bianca), medio (limitazione di alcune attività) e alto (dove sarebbe potuto restare in vigore il coprifuoco).

Il numero minimo di tamponi da effettuare dovrebbe essere proporzionato ai 4 livelli di rischio legati all’incidenza, che corrispondono ad altrettanti colori: in zona rossa, che scatterebbe con oltre 250 casi Covid su 100mila abitanti, andrebbe effettuato un minimo di 500 tamponi. In arancione, tra i 150 e i 249 casi, il minimo è 250. In gialla, tra i 50 e 149 casi, se ne effettuano almeno 150. In bianca, fino a 49 a casi, almeno 100. Con l’Esecutivo che - si apprende dai governatori - avrebbe manifestato «apertura» sulla proposta, che dovrà trovare risposta concreta nei prossimi giorni.

Una delle proposte delle Regioni che sarà probabilmente accolta è quella dell’eliminazione dell’indice Rt sui sintomatici. Le Regioni hanno chiesto al Governo l'istituzione immediata di un tavolo tecnico per valutare le proposte sulle modifiche ai parametri di valutazione del rischio del contagio: l’obiettivo è aggiornare il sistema di monitoraggio e controllo in linea con l’evoluzione della pandemia, garantendo ai territori la necessaria tutela da repentini declassamenti, dovuti a indicatori poco rilevanti in termini di impatto reale sul sistema sanitario, anche in vista della stagione turistica.

«Il modello adottato in questi mesi - ha detto ai governatori il ministro della Salute, Roberto Speranza - ha funzionato e ci ha consentito di affrontare la seconda e terza ondata senza un lockdown generalizzato, ma con specifiche misure territoriali. Ora, nella nuova fase, caratterizzata dal forte avanzamento della campagna di vaccinazione e dai miglioramenti dovuto alle misure adottate, lavoriamo con l’Iss e con le regioni per adeguare il modello immaginando una maggiore centralità di indicatori quali l’incidenza e il sovraccarico dei servizi ospedalieri».

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