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Si allarga l'inchiesta sulla tragedia del Mottarone. Il manovratore: "Sono stato io, farò i conti con Dio"

Non si esclude che nelle prossime ore il registro degli indagati veda aumentare le persone iscritte

"Sono stato io, farò i conti con Dio" sarebbero state queste le parole del manovratore della funivia del Mottarone, mentre il pm ribadisce: "C'era il pericolo che i responsabili fuggissero. Sabato udienza di convalida dei tre fermi".

Mentre il piccolo Eitan è cosciente e ha parlato con la zia, prosegue senza sosta l’inchiesta coordinata dalla procura della Repubblica di Verbania sul disastro della Funivia del Mottarone, costato la vita a 14 persone. Ieri sera i Carabinieri hanno sequestrato nuova documentazione nella sede della società di gestione, che si trova al Lido di Stresa presso la stazione di partenza della funivia.

Non si esclude che nelle prossime ore il registro degli indagati veda aumentare le persone iscritte: sono al vaglio del magistrato le posizioni degli altri dipendenti della società dopo che è emerso che nell’ultimo mese sarebbero stati più volte bloccati i freni per permettere all’impianto di funzionare senza interruzione.

Diversi operai hanno lavorato alla funivia ed è considerato probabile che, oltre ai tre in stato di fermo, altre persone abbiano partecipato alle operazioni di posizionamento delle "forchette". Ma si cerca anche chi sapeva e non ha fatto nulla per impedirlo. Sotto la lente della procura anche le ditte che si occupavano della manutenzione dell’impianto e che hanno effettuato i controlli. E mentre il perito nominato dai magistrati ha cominciato ieri i rilievi sul campo, si attende per domani mattina l’interrogatorio di garanzia, quando Luigi Nerini (proprietario di Ferrovie del Mottarone), il direttore dell’esercizio Enrico Perocchio e il capo servizio Gabriele Tadini compariranno davanti al gip Donatella Banci Bonamici.

Pericolo di fuga

La Procura di Verbania, chiedendo il carcere per Gabriele Tadini, il responsabile del servizio della funivia del Mottarone, ha contestato tutte e tre le esigenze cautelari, ossia il pericolo di fuga, di inquinamento probatorio e di reiterazione del reato. Lo ha precisato il legale Marcello Perillo. Probabile che queste stesse esigenze cautelari siano contestate anche agli altri due fermati, il gestore dell’impianto Luigi Nerini, e il direttore di esercizio Enrico Perocchio

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