
Trenta consiglieri invece degli attuali 24 e i componenti laici nominati dal Parlamento nel rispetto della parità di genere. Niente sorteggio né rinnovo parziale per il Csm, come aveva ipotizzato la stessa ministra Marta Cartabia, ma la scelta del voto singolo trasferibile come strumento per valorizzare il potere di scelta dell’elettore. E ,dopo lo «scandalo delle nomine», l’obbligo per i consiglieri di svolgere le loro funzioni con «piena indipendenza e imparzialità» , con limiti stringenti per i componenti della Sezioni disciplinare per assicurarne al massimo l’autonomia. Così la Commissione ministeriale preseduta dal costituzionalista Massimo Luciani ridisegna il Csm. Nelle oltre centro pagine tra relazione e proposte di emendamenti al ddl Bonafede all’esame del Parlamento, pubblicate sul sito del ministero della Giustizia, viene suggerita una stretta sui giudici fuori ruolo e sui magistrati che si candidano in politica: il ritorno in toga è consentito ma con tante restrizioni. Il testo - che ora è all’esame della ministra Cartabia e che sarà oggetto di un nuovo confronto con la maggioranza prima della presentazione degli emendamenti - si chiude con una certezza: «nessun intervento riformatore può avere successo senza un profondo rinnovamento culturale», che investa «soprattutto la magistratura».
Ecco in sintesi alcune delle novità:
20 TOGATI E 10 LAICI, MA ESCLUSO CHI PROVIENE DAL GOVERNO
Sul numero dei componenti si torna al passato. Ma nella scelta dei laici tra professori universitari e avvocati il Parlamento dovrà escludere chi fa parte o ha fatto parte del governo negli ultimi due anni. I componenti della Sezione Disciplinare non potranno far parte della Commissione che si occupa delle valutazioni di professionalità dei magistrati e di quella che propone i trasferimenti d’ufficio per incompatibilità.
NIENTE SORTEGGIO E RINNOVO A META', MA VOTO TRASFERIBILE
Il sorteggio come strumento per scegliere i componenti togati del Csm è espressione di una «contraddittoria sfiducia nell’efficacia delle misure che si vanno proponendo». Mentre il rinnovo parziale del Csm è impraticabile «a Costituzione invariata». Così la Commissione suggerisce la sua terza via: candidature individuali in luogo di quelle di lista; riduzione delle sottoscrizioni necessarie; suddivisione dei seggi in cinque collegi (uno per i magistrati della Cassazione, uno per i pm, tre per i giudici); e incentivi alla presentazione di candidature che rispettino il principio della parità di genere. Quello scelto è un sistema che «elimina il voto inutile, grazie al trasferimento ad altri candidati delle preferenze espresse dagli elettori di candidati già eletti o giunti ultimi nel confronto elettorale».
STRETTA SU FUORI RUOLO E TOGHE IN POLITICA
Più basso il tetto massimo (oggi previsto in 200) dei magistrati «prestati" ai ministeri o ad altre istituzioni e una pausa di 3 anni prima di passare ad altro incarico fuori ruolo. Mentre per le toghe che scelgono la politica l’'obbligo di aspettativa senza stipendio e di cambiare regione al rientro, anche se non eletti, e di svolgere solo funzioni giudicanti collegiali. Impossibile candidarsi nel territorio in cui si è prestato servizio negli ultimi 2 anni. (ANSA).
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