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Seda e strangola marito, 60enne arrestata a Borghetto Borbera (Alessandria): «Non ce la facevo più...»

Uomo sedato e strangolato nell’Alessandrino. Donna ha confessato

Ha sedato il marito e, davanti al figlio, ha stretto le sue mani attorno al collo dell’uomo fino a strangolarlo. E’ morto così Luciano Giacobone, camionista di 64 anni, ucciso in casa dalla moglie Agostina Barbieri, di quattro anni più giovane, che poi ha chiamato i carabinieri: «Venite a prendermi», la confessione della donna, ora in carcere, che ai militari dell’Arma ha raccontato anni di violenze e maltrattamenti. «Non ce la facevo più...». Il dramma familiare ieri a Borghetto di Borbera, meno di duemila abitanti in provincia di Alessandria, a poche ore dalla finale degli Europei che con la vittoria dell’Italia ha fatto esultare anche questa parte del Piemonte. Sposati dal 1990, lei era in pensione, lui a casa dallo scorso agosto, forse dopo avere perso il lavoro. Una famiglia per bene, riservata, dicono oggi nel piccolo centro della Val Lemme, dove la notizia dell’omicidio ha destato stupore.

«Erano due grandi lavoratori, mai avremmo immaginato una tragedia del genere», sostengono i vicini di casa sotto choc. Dietro all’immagine di una coppia affiatata, secondo il racconto di Agostina Barbieri si celava un’altra realtà. Anni di violenze e maltrattamenti, subiti anche dalla suocera della vittima e dal figlio 29enne, quest’ultimo presente ieri all’arrivo dei carabinieri e, probabilmente, anche all’omicidio. Una vita che la moglie non sopportava più, come ha ribadito nella notte, in caserma, nel corso del lungo interrogatorio che si è concluso col fermo della sessantenne, ora reclusa nel carcere Lorusso e Cutugno di Torino. «Gli ho dato delle gocce, dei tranquillanti. E quando si è assopito l’ho strangolato», ha confermato assumendosi tutte le responsabilità del delitto. In attesa dell’esame autoptico, che dovrà confermare se le cose sono andate davvero così, e degli ulteriori accertamenti dei carabinieri, intervenuti anche con la Sezione Investigazioni Scientifiche del Nucleo investigativo del Reparto Operativo di Alessandria, i legali della donna sono già al lavoro. «Agostina è molto conosciuta, così come accade sempre nelle piccole comunità come è Borghetto», dice SIlvia Nativi, referente provinciale del centro antiviolenza Me.dea e legale. "Incensurata, grande lavoratrice, chiederemo per lei una misura alternativa al carcere», aggiunge l’avvocato, che assiste la donna fermata con il collega Franco Nativi.

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