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Sacerdote non riconosce la figlia e il giudice lo assolve: "Non è obbligato a fare il padre"

La vicenda inizia nel 2015 quando il parroco, all'epoca sacerdote in una chiesa nel Veronese, inia una relazione amorosa con una donna di 43 anni di origini tedesche residente nel Gardesano

Il Tribunale di Verona ha assolto dall’accusa di «violazione degli obblighi di assistenza familiare» un sacerdote veronese di 45 anni, che ora svolge il suo ministero in Friuli, che non aveva riconosciuto una figlia nata da una relazione con una donna, pur ammettendo di esserne il padre biologico. La vicenda - raccontata oggi dai quotidiani locali - risale al 2015, quando fra i due era nata la relazione da cui, nel 2017, è venuta al mondo la bambina. Nonostante il sacerdote avesse in un primo tempo promesso di voler adempiere ai suoi doveri di genitore, in realtà decise di abbandonare madre e figlia e di tornare al suo ministero. Confessò anche alla Diocesi la sua condizione e venne riammesso allo stato sacerdotale, pur venendo trasferito di regione. La donna lo ha però denunciato, ma per i giudici non può venire imputato di aver mancato ai propri doveri. Per la magistratura, le uniche pretese che la donna può avanzare nei suoi confronti sono di natura economica, cui il religioso già provvede, e che eventualmente il giudice può aumentare.

Il motivo, secondo il gip, è che risiede nel fatto che il prete, pur avendo avuto una figlia, ha deciso di continuare il ministero di sacerdote cattolico ed è stato autorizzato a farlo dalla commissione clericale, e per questo "non può essere forzato ad avere un atteggiamento paterno".

La vicenda, riportata da Corsera, inizia nel 2015 quando il parroco, all'epoca sacerdote in una chiesa nel Veronese, inia una relazione amorosa con una donna di 43 anni di origini tedesche residente nel Gardesano: un legame, quello tra i due, dal quale nasce una bambina nel 2017, bimba che secondo la donna era voluta da entrambi

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