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Green pass, "modello francese" e populismo elettorale all'italiana

Il modello francese che impone il Green pass anche nei locali, forzando l’uso del “passaporto sociale”, è stato bollato come «raggelante» da Matteo Salvini. Una lesione di diritti e libertà che rischia di svuotare pub e ristoranti, affamati dalle restrizioni. Reazione coerente con una linea populista che ignora la complessità del problema secondo uno schema politico collaudato ma stantio e irresponsabile.

Perché avanti così, con questo ritmo di contagi, l’economia turistica, soprattutto nelle aree più esposte, come la Sicilia, rischia di subire una brusca frenata. Basterebbe chiedere ai commercianti e albergatori di Piazza Armerina, fino al 26 luglio “zona rossa”: preferite turisti “certificati” o l’accoglienza indiscriminata che espone la città a un altro potenziale lockdown? Possiamo essere più o meno d’accordo con i cugini d’Oltrealpe, ma non si può precostituire un alibi per tentare maldestramente di mettersi al riparo dalle polemiche. Il governatore Musumeci respinge la soluzione francese e contesta i parametri che fanno scattare i colori punitivi: più peso ai ricoveri e non al numero dei positivi. Giusto. La Sicilia, però, è sull'orlo della “zona gialla”. Si pensa veramente che i turisti si muoveranno senza considerare l’incidenza dei contagi? Vanno in vacanza o in un campo minato?

La Puglia con un centinaio di positivi al giorno sta pensando di introdurre l'obbligo del tampone per chiunque varchi i confini della  regione. La Sicilia con 300-400 casi al giorno ha ristretto il cerchio solo a tre paesi (Spagna, Portogallo e Malta). La logica del fiato corto (e della campagna elettorale) risponde all’esigenza di salvare il bottino d’agosto, ma rischiamo di pagare il conto a settembre, mentre tenere ora sotto controllo i contagi ci consentirà di allungare la stagione estiva.

Ecco perché il “modello francese” può essere un’ipotesi da approfondire, senza cavalcare gli istinti di chi considera regole e limiti come l’ennesimo cappio al collo di un’economia boccheggiante. E a chi pontifica su  diritti e libertà calpestati si può tranquillamente mostrare l’altra faccia della medaglia, con milioni di persone che si sono vaccinate anche per tutelare diritti e liberà collettive. D’altronde, ci ripetono spesso che siamo in guerra contro il nemico invisibile. E pazienza se qualcuno dovrà rinunciare alla pizza.

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